Le decisioni del Consiglio regionale e le indiscrezioni filtrate qualche giorno fa preoccupano il Comitato "Fuori i veleni - Crotone vuole vivere". Insoddisfatti per l'aggiornamento del Piano rifiuti e preoccupati dopo l'incontro promosso dal commissario per la bonifica Errigo, gli attivisti mettono nero su bianco il loro disappunto e spiegano che «al contrario di quanto dichiarato dal presidente Occhiuto, con il plauso del sindaco Voce, si può tranquillamente affermare che, anche dopo quanto approvato dal Consiglio regionale il 26 luglio scorso, nel territorio di Crotone sono possibili discariche di scopo: operazioni di profitto dannose e nocive per la salute dei cittadini». 

È la prima parte del problema: la seconda - per il Comitato una conferma - è l'incontro «promosso dal commissario Gen. Errigo alla presenza del sindaco Voce, del presidente della Provincia e di altri rappresentanti istituzionali, nel corso del quale il commissario ha prospettato la possibilità di realizzare una discarica di scopo nel nostro territorio come soluzione ai problemi della bonifica del Sin». Una discarica che, «a dire del commissario, sarebbe realizzata a totale carico di Eni. Bontà sua! È evidente che Eni, in tal caso, a fronte di risparmi miliardari determinati dal mancato spostamento dei veleni fuori da Crotone e dalla Calabria, sarebbe ben lieta di farsi carico (si fa per dire) di cotal sacrificio».

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Il Paur, ultimo ostacolo al disegno di Eni Rewind

Il disegno che emerge viene definito inquietante, un colpo di mano a danno della comunità di Crotone. C'è ancora un ultimo ostacolo «che non sarà semplice rimuovere. Ci riferiamo al Paur (Piano autorizzativo unico regionale) assunto dalla Regione il 2 agosto 2019. Uno strumento questo, supportato dai pareri degli istituti scientifici, che impone a Eni una reale bonifica del Sin, obbligandola a portare i rifiuti speciali pericolosi (veleni e sostanze radioattive) fuori dalla Calabria. Uno strumento che è stato determinante per la Conferenza dei Servizi decisoria del 24 ottobre 2019 sulla cui base è stato emanato il Decreto Ministeriale numero 7 del 3 marzo 2020 con l'approvazione del Pob (Piano Operativo di Bonifica) fase 2».

Sono diverse le domande che gli aderenti al Comitato si pongono: «Chi si assumerà la responsabilità di modificare o rimuovere il Paur? Quali sono le novità e cos’è cambiato rispetto alle valutazioni scientifiche di allora? I contenuti e gli obblighi del Piano operativo di bonifica fase 2 sono stati disattesi da Eni Rewind con precise responsabilità in relazione alla mancata bonifica. La disponibilità di discariche per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi (Tenorm e Norm) è stata volutamente ignorata da Eni Rewind come si evince dalle relazioni presentate da Isin - Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione - e Ispra fornite alla Conferenza dei Servizi del 4 maggio e del 26 giugno ultimi scorsi».

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Insomma, per il Comitato Eni starebbe cercando di bypassare gli impegni presi per risparmiare e lasciare i veleni in Calabria, mentre dalle istituzioni arrivano sostanziali "aperture" a questo tentativo: «La verità è che si sta facendo un gioco pericoloso sulla pelle dei crotonesi e della Città di Crotone. Un gioco che non può essere occultato da frasi ad effetto e da propaganda mediatica. Quello che conta sono i fatti: finora non è stato possibile per Eni Rewind avere mani libere per imporre il proprio piano di bonifica lasciando i veleni a Crotone. Da qualche mese è in atto più che un tentativo di rimuovere ogni vincolo e regola a salvaguardia dell'ambiente e a tutela della salute».

Fuori i veleni: Occhiuto non affronta le nostre osservazioni

“Fuori i veleni - Crotone vuole vivere”, «in questi mesi ha avanzato precise proposte per impedire che si consumi sulle spalle dei crotonesi un inganno attraverso un’operazione per consentire a Eni Rewind di lasciare i rifiuti pericolosi, tossici e radioattivi, nella nostra città». 
Gli attivisti ricordano gli ultimi tentativi di mettere in guardia le istituzioni: «Alla viglia del Consiglio regionale del 26 luglio scorso, con una lettera al presidente Occhiuto e a tutti i consiglieri regionali abbiamo formalizzato richiesta per una sostanziale modifica del Piano Regionale dei Rifiuti approvato lo scorso 12 marzo 2024 – continua il comitato -. Quel Piano infatti costituisce il viatico per consentire a Eni Rewind, e non solo, di realizzare quanto è stato sinora impedito. Infatti, i paragrafi 32.1 e 32.2 del Piano sono stati concepiti e approvati come un abito su misura per spalancare le porte ad operazioni di falsa bonifica con lauti profitti sulla pelle dei cittadini esposti a elevato rischio di patologie oncologiche e degenerative, così come evidenziato dal “Rapporto Sentieri” e da ulteriori studi e pareri di autorevoli personalità del mondo scientifico. Di fronte alle nostre precise e motivate richieste ci saremmo aspettati un approfondimento di merito, attraverso un confronto serio, come la delicatezza del tema avrebbe richiesto. Bisogna purtroppo prendere atto che la Giunta regionale guidata dal presidente Occhiuto ha scelto di non affrontare la sostanza delle osservazioni da noi avanzate al nuovo Piano, scegliendo di apportare una modifica che, seppur apprezzabile, risulta risibile e assolutamente inadeguata considerato che di fatto non cambia le parti del Piano che sembrano costruite come un abito su misura per favorire oggettivamente gli interessi di grandi gruppi imprenditoriali a danno del territorio».

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No a Crotone terra dei veleni

Per il Comitato «il Consiglio regionale ha perso un'importante occasione per dimostrare la dovuta attenzione e sensibilità nei confronti della città e del territorio. Malgrado tutto vogliamo ancora credere e sperare che l’autonomia delle Istituzioni rappresentative non sia piegata ai voleri di potenti lobby e gruppi di interesse. Di fronte a tutto ciò risultano meramente propagandistici e fuorvianti i commenti del presidente Occhiuto dopo le irrisorie modifiche apportate al suo Piano dei Rifiuti approvato il 12 marzo scorso. Un evidente tentativo di spostare l’attenzione dalle questioni di sostanza che avrebbero meritato, queste sì, adeguate modifiche del Piano che se apportate non avrebbero favorito le dichiarate aspettative di Eni Rewind. Ancor più gravi e inappropriati risultano i toni trionfalistici del Sindaco di Crotone Voce».

La lotta continua: «Continueremo a batterci contro ogni tentativo, palese o mascherato che sia, di condannare Crotone a "terra dei veleni" - conclude il Comitato -. Sarebbe un crimine inaccettabile, un handicap per il nostro futuro e per i nostri figli. Una vergogna e una macchia indelebile per quanti esercitano funzioni istituzionali e si professano "Classe dirigente" di questa Città e della Regione».