Monta la reazione contro il tentativo di Eni di bypassare l'accordo che prevede che i residui dell'attività di decontaminazione vengano portati fuori Calabria. Il consigliere regionale del Pd Mammoliti interroga la Giunta per conoscere la sua posizione in merito
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Qualcosa finalmente si muove sulla bonifica dell’ex area industriale di Crotone. Dopo anni di silenzio e il pericolo di un rimescolamento di carte rispetto a quanto stabilito dalla conferenza dei servizi del 2019, sui territori sta montando la reazione contro il tentativo di Eni di bypassare la prescrizione principale di quell’accordo ovvero portare i residui della bonifica fuori regione.
Come spesso accade di fronte l’inerzia della politica, la spinta è arrivata dalla società civile e in particolare dal comitato di cittadini “Fuori i veleni da Crotone”. Il comitato ha avviato una raccolta di firme per sensibilizzare le istituzioni a tenere il punto sul destino dei rifiuti, nonché sta mettendo in campo una serie di iniziative a partire da incontri pubblici sul tema.
Anche il Pd si è espresso sul tema forse ricordando che era presidente della giunta regionale Mario Oliverio quando fu firmata la Conferenza dei Servizi. Lo ha fatto nel corso di una partecipata riunione organizzata dalla federazione crotonese nella quale è intervenuto anche il consigliere regionale Raffaele Mammoliti. Questi ha presentato un’apposita interrogazione per chiedere alla Regione di conoscere quale posizione la Giunta regionale intenda assumere alla Conferenza dei Servizi già indetta al Mase per il prossimo 3 maggio. «Vista l’urgenza del tema - scrive il consigliere in una nota - spero di avere la risposta nei tempi previsti, qualora ciò non dovesse avvenire, faccio appello alla sensibilità istituzionale del presidente Mancuso, nel voler inserire l’interrogazione alla prima seduta di Consiglio regionale che verrà convocata. Continuerò a vigilare affinché si possano rendere esigibili, dopo tantissimi anni di ritardo, tre imprescindibili obbiettivi: bonifica, risanamento ambientale, investimenti post bonifica. Mi attiverò in tutte le sedi, coinvolgendo i canali politico istituzionali del partito ai vari livelli, a sostegno di questi irrinunciabili obbiettivi, a favore di una popolazione da troppo tempo esposta a rischi ambientali e sanitari».
L’altra sera, infine, Legambiente ha organizzato una tavola rotonda sul tema. Molto interessante, nell’occasione, è stato l’intervento del sindaco Vincenzo Voce che ha alle spalle anni di battaglie ambientaliste ma che in questa vicenda finora non si era fatto sentire in maniera netta. Il sindaco ha detto che è la terza volta che Eni prova a fare melina su un accordo che, sottolinea Voce, è stato approvato anche da loro. Adesso è il momento di dire basta. Uno dei motivi per cui Eni insiste nel portare i rifiuti nella discarica di Columbra è l’assenza di discariche pronte ad ospitare i rifiuti. Nel corso dell’incontro, però, è stato ribadito che questo è appunto un problema di Eni che anziché attivarsi per rispettare gli impegni presi ha tergiversato per anni. Qualcuno ha detto che la grande azienda di Stato doveva pensarci prima di firmare l’accordo dove portare i rifiuti, non dopo quattro anni.
Un concetto, questo, ribadito anche dal commissario straordinario per la bonifica del Sin, Emilio Errigo.
Questo insomma il clima che si respira prima della nuova Conferenza dei Servizi convocata dal Mase per il 3 maggio. Riusciranno questa volta i crotonesi, che in termini ambientali hanno già dato tanto, a liberarsi dei veleni con cui convivono da decenni?