L'ex presidente della Regione chiede il rispetto dell'accordo che prevedeva di portare gli scarti fuori dalla Calabria. Anche FdI e Pd invitano al rispetto dei patti. Il silenzio di Voce
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Sulla delicata questione della bonifica del sito industriale di Crotone è intervenuto l’ex presidente della giunta regionale, Mario Oliverio. Come abbiamo scritto ieri è stato durante la sua gestione che si è arrivati alla stipula della conferenza di servizi che obbligava Eni a trasportare i rifiuti fuori dal territorio calabrese. Un accordo che l’Eni ha sempre cercato di dribblare e che, secondo alcune indiscrezioni che arrivano dal territorio, potrebbe ora concretizzarsi.
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«Si sta cercando di fare passare che i ritardi del risanamento siano dovuti a pastoie burocratiche e alla diversa visione tra gli Enti - dice oggi Oliverio - Niente di più falso. Come dimostrano atti e documenti anche ministeriali, durante la mia Presidenza della Regione si era data una concreta accelerata sino ad approvare il progetto di bonifica con la prescrizione che i veleni venissero portati da Eni fuori dalla Calabria. Prescrizione sottoscritta e approvata in sede di Conferenza dei Servizi presso il Ministero dell'Ambiente a fine ottobre 2019 dopo tre anni di serrato confronto e di intenso lavoro».
«Coloro che mi hanno succeduto - ricorda oggi Oliverio - non hanno dato seguito alla realizzazione del Piano di bonifica, pretendendo da Eni il rispetto degli obblighi stabiliti dal Piano (Paur). Leggo che oggi qualcuno vorrebbe modificare quel Piano di bonifica rimuovendo quei vincoli in modo da lasciare i veleni a Crotone. È grave che in questi quattro anni che ci separano dal 2019, questa vicenda sia passata nel dimenticatoio salvo risvegliarsi oggi con il tentativo di vanificare quegli impegni, allorché senza subalternità e sudditanza si costringeva la multinazionale ad assumersi le proprie responsabilità. Cosa è cambiato oggi?»
In realtà è difficile rispondere a questa domanda, visto che tutte le carte sembrano andare in altra direzione. Ieri abbiamo scritto della mozione n° 58 di giugno scorso, presentata da tutti i capigruppo e poi votata all’unanimità, che impegnava il presidente Occhiuto a far rispettare il Paur e quindi il trasporto fuori regione dei rifiuti. Non solo, ma sull’argomento aveva presentato apposita interrogazione (la n° 171/2023) il capogruppo del M5s, Davide Tavernise. A quell’interrogazione ha risposto in forma scritta l’assessore regionale Rosario Varì scrivendo nero su bianco che “La Regione, per la salvaguardia delle matrici ambientali e la tutela del proprio territorio, deturpato ormai da troppi anni, intende confermare la posizione assunta sin dall’inizio del procedimento sul destino dei rifiuti, ossia che i rifiuti derivanti dalla bonifica del Sin di Crotone devono essere smaltiti al di fuori del territorio regionale, preservandone così la bellezza e l’originalità dei luoghi e dei paesaggi”.
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Nonostante quindi tutti i documenti siano inequivocabili sul destino dei rifiuti, sul territorio c’è grande preoccupazione. Lo dimostra una nota del presidente provinciale di FdI crotonese, Michele De Simone che ha diffuso una nota, firmata anche dalla consigliere comunale Annamaria Cantafora, in cui si esprimeva preoccupazione per i tentativi di modificare il Paur e si chiedeva alle forza politiche e alle istituzioni locali di fare muro contro questa ipotesi, ricordando proprio la mozione approvata all’unanimità dal consiglio regionale. Una considerazione simile ha fatto anche il segretario provinciale del Pd di Crotone, Leo Barberio che senza troppi giri di parole ha definito «uno scandalo e una mancanza di rispetto verso la comunità» il tentativo di modificare gli accordi assunti in Conferenza dei Servizi.
Eppure i rumors che dicono che Eni alla fine lascerà i rifiuti nella discarica di Columbra si fanno sempre sempre più insistenti e non sono mai stati smentiti da nessuno degli attori in campo.
«Mi auguro che il popolo di Crotone riesca a sventare questa scellerata manovra - conclude la sua nota Mario Oliverio - e che le rappresentanze elettive, politiche e sociali ad ogni livello facciano la loro parte. Conoscendo il passato ambientalista del sindaco di Crotone, sono propenso a credere che sarà in prima linea per impedire ogni tentativo di svendita del territorio e di una città che ha grandi potenzialità e che aspetta di essere risarcita».
Vedremo quale sarà la posizione di Vincenzo Voce che da cittadino era su una linea intransigente verso l’Eni.