I dati forniti dal Centro funzionale multirischi a seguito del fenomeno che ha provocato anche un terremoto e uno tsunami nell’oceano Pacifico
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È stato avvertita anche in Calabria l’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, a circa 65 chilometri a nord della capitale di Tonga, Nuku’alofaha, ed equivalente a un terremoto di magnitudo 5.8, avvenuta sabato scorso e che ha provocato uno tsunami nell’oceano Pacifico meridionale.
«L’evento - spiega una nota dell'Arpacal - è stato, infatti, registrato, così come avvenuto in diverse altre parti del continente europeo, anche dai barometri della rete meteorologica del Centro Funzionale Multirischi dell’Arpacal; intorno alle 21 ore italiane di sabato scorso, circa dopo 16 ore dall’eruzione, e con una seconda onda registrata attorno alle 01.30 locali di domenica 16 gennaio, i barometri, che come è noto misurano la pressione atmosferica, hanno registrato un andamento dei valori addebitabile all’effetto provocato dal fenomeno eruttivo a Tonga, e quindi al conseguente tsunami, su tutto il globo terrestre».
I tecnici del Multirischi, diretto da Eugenio Filice, «hanno seguito l’andamento del fenomeno, essendo - continua l'Arpacal - il centro funzionale operativo H24 in ossequio alla normativa nazionale e regionale sull’allertamento meteo-idrogeologico, non registrando successivamente altri eventi. Ecco il grafico Le due successive e repentine variazioni potrebbero presumibilmente essere dovute alla propagazione delle onde di “sovrapressione” nelle due differenti direzioni dell’emisfero, lungo il tragitto indicato nella figura seguente: «L’onda d’urto generata nell’atmosfera in conseguenza della spettacolare eruzione – spiegano i tecnici del Multirischi - si è propagata in tutto il globo, per dare un’idea del fenomeno in piccola scala si pensi alle onde che si generano a causa del lancio di un sasso in uno stagno, viaggiando per decine di migliaia di chilometri prima di raggiungere, nel nostro caso, l’Europa».
«Questo fenomeno – continuano dal Multirischi - ci induce a riflettere e ci fa comprendere, ad esempio, la complessità dell’atmosfera quando si parla di accuratezza delle previsioni meteorologiche poiché dimostra quanto una piccola o grande, in questo caso, perturbazione possa influenzare il comportamento dell’atmosfera sull’intero globo terrestre».
«I fenomeni registrati – concludono i tecnici del centro Arpacal - non comportano rischi per la popolazione in quanto la propagazione dell’onda in un fluido è un fenomeno fisico naturale che, nel caso di specie, è avvenuto ad una distanza estremamente ragguardevole tale da non provocare alcun effetto dannoso. La rete di monitoraggio continuerà come sempre a registrare al fine di monitorare lo stato idro-meteorologico sulla nostra regione e supportare il sistema di allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico a fini di protezione civile».