VIDEO | La scoperta nell'istituto di Longobardi sta suscitando la preoccupazione dei genitori e un balletto di responsabilità tra gli enti
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Da cinque mesi in un’area prospicente alla scuola Primaria di Longobardi c’è una cassetta che contiene pezzi di amianto rotti, e da allora ad oggi – pur essendo stato avviato l’iter per lo smaltimento di quello che è classificato come rifiuto pericoloso – il contenitore è lì.
Una storia di malaburocrazia, che preoccupa i genitori dei bambini che frequentano le lezioni nella popolosa frazione di Vibo Valentia, ma soprattutto una vicenda paradossale che vede il Comune, l’Istituto onnicomprensivo Amerigo Vespucci e l’Asp ostaggio di una piccola catasta di eternit che non possono rimuovere. La preside Maria Salvia spiega che «nella cassetta vi è del materiale di risulta dopo una ristrutturazione edilizia», ma la precisazione non serve a tranquillizzare visto il seguito del suo racconto.
«Noi abbiamo informato il Comune – afferma – e so che qualcosa si è inceppato nell’iter». Tra quelli che certamente conoscono le ragioni di questo grave ritardo, c’è la consigliera comunale Serena Lo Schiavo che sottolinea come «abbiamo incaricato una ditta specializzata che però ancora oggi è in attesa dell’autorizzazione dell’Asp». Un motivo assurdo, quindi, che non fa intravedere una soluzione immediata e, soprattutto, spiega le preoccupazioni dei genitori.
Dopo qualche tempo la cassetta è stata messa dentro un bustone nero, come quello comunemente usato per i rifiuti – ma anche questa imbragatura, che non sigilla affatto la cassetta – è al centro delle polemiche perché la consigliera Lo Schiavo aveva chiesto che il contenitore non venisse imbustato, operazione che invece il personale scolastico ha eseguito.