Salvatore Bruno: la voce di un giornalismo fatto di etica, civismo e responsabilità

VIDEO | La passione nel cuore e un'idea chiara del domani. «Il mio orizzonte professionale coincide con quello del network LaC. L’azienda ha una visione del futuro accattivante, per certi versi utopistica, soprattutto se rapportata ad una terra difficile come la nostra»

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di Redazione
27 novembre 2019
12:18
Salvatore Bruno
Salvatore Bruno

Televisione, web, radio, carta stampata. Salvatore Bruno, 44 anni, è un giornalista poliedrico, capace di spostarsi con disinvoltura da un mezzo di comunicazione all’altro, in piena autonomia: in video, davanti al microfono, ma anche dietro la telecamera o sulla tastiera di un computer. Interpreta a tutto tondo la filosofia del network: per La C si muove nella provincia di Cosenza, con particolare attenzione all’area urbana del capoluogo bruzio. «La mia passione per il giornalismo parte da lontano - racconta -. Giocavo a pallone con gli amici, io ero portiere e durante la partita facevo la telecronaca. Poi ho avuto la fortuna di avere una maestra straordinaria: era una partigiana. Mi ha insegnato i valori della civiltà, del rispetto dei diritti e dell’adempimento dei doveri. In terza elementare ci portava nella biblioteca della scuola per prendere dei libri. Dovevamo leggerne due al mese e questa esperienza mi ha aperto un mondo».

L'amore per la scrittura 

Bruno tuttavia non nasce subito come giornalista. «Prima di intraprendere definitivamente la strada del giornalismo, si era aperta un’altra opportunità, sempre legata in qualche maniera alla scrittura: come paroliere ho scritto due canzoni - confida -  con le quali ho partecipato e vinto due festival musicali, uno dei quali di caratura nazionale. Subito dopo però, è arrivata l’offerta di entrare a lavorare nel team di una emittente regionale. È così iniziata questa carriera giornalistica lunga già un quarto di secolo».


La carriera poliedrica

Queste le sue passiono. «Mi affascina anche il settore tecnico. In tv le parole devono legarsi in un rapporto quasi simbiotico con le immagini, per essere più efficaci e dirompenti. Il privilegio di entrare nello staff di comunicazione politica di un parlamentare e di ricoprire un incarico nella Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, per qualche tempo mi ha sottratto alle telecamere. In questo periodo ho comunque avuto l’opportunità di scrivere sulla carta stampata per alcune testate locali, tra cui il Domani di Cosenza e la Provincia Cosenza, e nazionali, come il Corriere dello Sport, il Mattino e Leggo e di condurre trasmissioni radiofoniche di attualità su Radio Sound e Antenna Bruzia. Nel 2016 la mia strada si è incrociata con quella di La C».

L'ingresso in LaC

Con il Presidente del Gruppo Pubbliemme ed Editore del network Domenico Maduli e con la Direttrice Generale ed Editoriale Maria Grazia Falduto è stata subito sintonia. «Tornare a fare giornalismo sul campo è stato stimolante, in un network composto da una squadra di straordinari professionisti, in grado di offrire una informazione puntuale e di qualità. La mia filosofia è incardinata su tre principi fondamentali: la credibilità, la verità dei fatti e l’onestà intellettuale. Questi tre elementi messi insieme costituiscono la stella polare del lavoro quotidiano».

Il futuro è qui e ora

Nel futuro, altri progetti, nuove prospettive, sempre legate all'ambiente che oggi lo vede protagonista. «Cosa farò da grande? In questa fase il mio orizzonte professionale coincide con quello del network  LaC. L’azienda ha una visione del futuro accattivante, per certi versi utopistica, soprattutto se rapportata ad una terra difficile come la nostra. Ma i sogni non si possono tenere chiusi in un cassetto. Vanno liberati, e se occorre, inseguirli. Solo così possono essere davvero realizzati».

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