Rossella Galati, professionalità ed eleganza sempre in onda

VIDEO | La curatrice della trasmissione LaC Salute, uno dei volti più amati dal pubblico televisivo calabrese, si racconta. Gli inizi, le passioni, gli studi da avvocato, i successi. Ma anche l'attenzione alle categorie deboli e l'amore per la sua terra. Su tutto, il suo grande amore: il pianoforte

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di Redazione
5 settembre 2019
16:29

Dal dizionario: “Beneducato - aggettivo. Dicesi di persona che ha ricevuto una buona educazione e lo dimostra negli atti e nelle maniere”. Non c’è, a ben guardare, una definizione che meglio esprima l’essenza del porgersi e del fare giornalismo di Rossella Galati, squisitamente incentrata sulla gentilezza e sulla buona educazione. Una misura che permea ogni sua apparizione: dai servizi del telegiornale, che per il quale copre la zona del catanzarese, a LaC Salute, rubrica tra le più seguite dell’emittente, in onda il mercoledì ed il venerdì alle 13.30. Quello della Galati è un giornalismo ragionato, puntale, discreto, sorridente e mai sopra le righe. Quanto a lei, è una conduttrice che fa del garbo il suo biglietto da visita. E lo fa sin dalle primissime esperienze televisive. Lei stessa racconta di come sia stato il giornalismo a cercarla, e non viceversa. Una carriera nata per caso, per l’insistenza di un amico di famiglia che la voleva alla conduzione del tg di una piccola emittente di Soverato, sua città natale, e che lei inizialmente rifiutò, presa com’era dagli studi di giurisprudenza…


Un avvocato mancato

«Mai e poi mai avrei pensato di diventare giornalista. Ero al terzo anno di giurisprudenza, ed ero rimasta in Calabria per puro caso. Sarei dovuta andare a studiare a Roma, ed i programmi erano cambiati solo all’ultimo momento. Un amico dei miei genitori, che mi conosceva fin da piccola, mi chiese un giorno se volevo leggere il tg di una piccolissima emittente locale. All’inizio, rifiutai. Ero molto timida: mi vergognavo un po', e di fatto lo vedevo come un compito estraneo alla mia formazione, ai mei obiettivi. Poi, dopo le sue insistenze, presi coraggio, e ci provai. E da quel giorno, non mi so no più fermata. Era il 2006, ero giovanissima. Registravamo una o due volte a settimana, in un piccolo appartamento. Era una tv a conduzione quasi “familiare”, ma mi ha permesso di farmi le ossa. Poi, sono arrivate le prime dirette. Ed il lavoro, ha proseguito di pari passo con lo studio. Da lì, sono arrivate altre collaborazioni. Ed a 22 anni, mi hanno affidato il primo tg regionale.



La scoperta di un talento

Pian piano ho iniziato a capire che anche il giornalismo, oltre all’avvocatura, poteva costituire un percorso professionale capace di valorizzare la mia predisposizione alla comunicazione ed ai rapporti umani. Io sono comunicativa, e lavorare in questo settore risponde perfettamente alle mie attitudini. Tra l’altro, mi permette di spaziare tra le tante passioni ed interessi. Ricordo di essere stata, ad esempio, la prima giornalista a ideare e condurre un programma di cucina, in Calabria: ben prima che divenisse un format tanto diffuso.


Una dote? La versatilità

Del approccio al giornalismo posso dire di essere stata sempre una persona consapevole tanto dei propri limiti quanto delle proprie capacità. E di essere sempre stata mossa da un forte impulso a perfezionarmi, a migliorare. Per questo, ho voluto mettermi alla prova anche in ambiti diversi da quelli televisivi. Ho iniziato a scrivere sui giornali, mi son fatta le ossa in redazioni diverse. E devo dire che è stato tutto molto naturale. Certo, il periodo che ho preso l’abilitazione da avvocato e contestualmente il tesserino da giornalista non è stato semplice. Ma ai grandi sacrifici è corrisposta una fortissima crescita professionale. E oggi, la base giurisprudenziale mi è di grande aiuto. Tutte le competenze che ho acquisito, tutte le esperienze, anche le più disparate, hanno fatto di me la giornalista capace di adeguarsi un po' a tutto.


LaC è organizzazione

Prima di sbarcare a LaC ho girato molte altre emittenti regionali. Ma l’organizzazione straordinaria che ho trovato qui, non è paragonabile a nessun’altra realtà calabrese. Nessuno ha questa redazione, questa forza. Siamo tanti, e siamo una grande famiglia. Quando sono arrivata, in qualità di corrispondente da Catanzaro, non avevo modo di vivere fino in fondo la vita di redazione. Poi, grazie all’accoglienza splendida di colleghi, direzione e proprietà, mi sono integrata. I nostri direttori, Pietro Comito e Cristina Iannuzzi, sono professionisti eccezionali. Pietro è il mio punto di riferimento, umano e professionale. Uno dei migliori giornalisti del nostro territorio. E con Cristina abbiamo la fortuna di avere come direttrice una di noi, una che si è fatta le ossa come inviata, e che capisce i nostri problemi. Condivide gioie e difficoltà, perché le ha vissute in prima persona.


La voce che cresce…

In questi tre anni, tra l’altro, ho avuto modo di rendermi conto di come LaC sia sempre più tenuta in considerazione. Oggi è un vero punto di riferimento, molto più visibile e forte di quando si era agli inizi. Fondamentali, in questo senso, le campagne di comunicazione che hanno dato all’emittente una forza ed una visibilità straordinarie. Anche grazie a loro, il pubblico ha maturato la percezione della qualità del servizio offerto. Insomma, spettatori i lettori ci seguono. Istituzioni ed enti, ci cercano. E rispetto ai primi tempi, quando la notizia ce la dovevamo andare a cercare, la situazione si è letteralmente ribaltata. La popolarità del network LaC si riflette tra l’altro non solo a Catanzaro, nel capoluogo. Ma anche nei comuni della fascia ionica, dove vivo, e che pratico di più. Certo, c’è ancora tanto da fare, ma i passi compiuti sono stati da gigante.

 


LaC Salute

L’esperienza di LaC Salute è fondante. Tengo tantissimo a questa rubrica. La Calabria è una regione che, in materia di sanità, offre sempre un’immagine disastrata, emergenziale, critica. Noi vogliamo contribuire con un occhio diverso. Dare una mano in senso propositivo e costruttivo. Dar voce ai tanti professionisti preparati, qualificanti, indispensabili, che lottano ogni giorno, sul campo per un servizio migliore. Ospitiamo medici, addetti ai lavori, associazioni di volontariato, enti di sostegno e pazienti. Tutti raccontano le loro storie, il loro impegno, il servizio che offrono alla regione, e che permette di alleviare un po' sofferenze e criticità comunque innegabili.

Un messaggio positivo

La rubrica, che io ho assunto in seconda battuta, ed era stata già lanciata da qualche tempo, è cresciuta insieme a me, ed ogni settimana restituisce un ottimo feed back. Informiamo su salute, medicine, cure e servizi, rendiamo un servizio anche e soprattutto ai tanti pazienti che ci seguono, e che spesso ospitiamo in studio. Anche grazie alla loro presenza, facciamo della materia sanitaria un racconto vivo e concreto, non una narrazione astratta. Facciamo parlare sia quelli che vivono il problema, sia quelli che lo risolvono: concretamente. In altre parole, le eccellenze che scelgono di rimanere, e mettersi al servizio di questa terra».

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