Elisa Barresi, giornalista, nasce a Reggio Calabria nel 1986. Si laurea in scienze della comunicazione specializzandosi in editing nel 2009.

Dagli studi di comunicazione e letterari passa a quelli educativi specializzandosi in scienze pedagogiche. Inizia la sua carriera a “Calabria ora”, una vera palestra sul campo. Ha collaborato con radio e agenzie nazionali per poi approdare nel 2010 nel network LaC e in particolare nella testata ilreggino.it.

Cura la cronaca giudiziaria, nera, l’area dello Stretto - pallino da oltre dieci anni il ponte - e cura con particolare dedizione tutto ciò che è legato alla disabilità. Diventa, infatti, pedagogista perché crede fortemente nel valore educativo che il giornalismo possa avere. La sanità ha assorbito molto del suo lavoro. Durante la pandemia è sempre stata in prima linea,  dentro e fuori l’ospedale. Ha raccontato il Covid in Calabria, ha visto la morte con i suoi occhi, un'esperienza che l'ha forgiata fortemente.

Al di fuori del contesto lavorativo Elisa è una zia premurosa e dedica il suo tempo libero alle associazioni di volontariato. Ama leggere, correre ed in passato ha praticato l'arte marziale.

In famiglia, probabilmente per la sua iperattività, la chiamano “vulcano” il termine che, forse, la rappresenta di più. «Raccontando le storie degli altri, - ha detto Elisa Barresi - ho capito che è fondamentale far uscire dal buio le persone a cui, per un motivo o per un altro, venivano negati i diritti. Il giornalismo ha questa missione, non solo dal punto di vista professionale ma quello umano. Possiamo e dobbiamo raccontare una Calabria diversa».