La segretaria regionale del sindacato analizza il gap nei servizi offerti in regione: «Negli ospedali e nelle Aziende sanitarie mancano 2.500 dipendenti e a Roma si parla di tagli e accorpamenti»
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«Noi non ci fermeremo fino a quando il Governo non darà risposte alle domande che poniamo da diverso tempo». Questo il passaggio centrale dell’intervista alla segretaria regionale Uil, Maria Elena Senese, che Pier Paolo Cambareri ha realizzato durante la puntata del format d’informazione di LaC Dentro La Notizia. Il tema naturalmente è la manovra di bilancio proposta dall’esecutivo Meloni, che è il principale motivo dello sciopero generale organizzato da Cgil e Uil il prossimo 29 novembre.
Rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salario e pensioni, implementare servizi quali sanità, scuola e politiche industriali. Il blocco riguarderà mezzi pubblici e aerei ma non i treni. Ma non solo i trasporti in sciopero anche i lavoratori della Sanità pubblica e del mondo dell’Istruzione. Inizialmente la mobilitazione sarebbe dovuta durare 24 ore ma l’astensione è stata precettata dal ministro dei Trasporti Salvini e ridotta a 4. Chiare e puntuali le affermazioni della segretaria che entra nel merito: «Il ministro Salvini non ci preoccupa, pensa di intimorire Cgil e Uil dimenticando che i lavoratori stessi perdono un giorno di lavoro, un sacrificio che fanno con consapevolezza. È palese che sia una manovra che non risponde ai bisogni del Paese reale, una manovra che si dimostra distratta da quelle che sono le necessita degli italiani, una manovra iniqua che ha tanti punti critici. C’è un paese che soffre perché i salari sono fermi da troppi anni e non vengono rinnovati i contratti collettivi. Scendendo in piazza proveremo a dare voce a chi voce non ne ha».
Poi un passaggio sulla situazione calabrese: «È facile contestualizzare quelle che sono le risultanze di questa manovra di bilancio nel nostro territorio. Lo possiamo fare parlando di Sanità, di un diritto alla cura che viene da troppo tempo negato ai calabresi». E proprio sul comparto sanitario aggiunge: «Le risorse che il governo ha millantato, ovvero 3.5 miliardi, non sono reali. Basti pensare che di questi nel 2025 ne saranno impegnati solo 900 milioni. Ma non era necessario solo investire solo le risorse, era necessario anche prevedere un piano straordinario di assunzioni ed era necessario rinnovare i contratti. In Calabria abbiamo un sottorganico di 2500 persone, il problema è che abbiamo previsto tagli sui medici di base e sulle guardie mediche. Non riusciamo a capire come saranno impegnate quelle risorse del Pnrr che dovevano servire alle case di comunità come saranno usate».
E sull’Istruzione Senese dice: «Situazione praticamente uguale a quella sanitaria. Problemi di sottorganico evidenti. E invece di intervenire sulle assunzioni e sui salari si procede con ridimensionamenti, accorpamenti e tagli».
«L’Inps ci dà un dato fondamentale sulla situazione economica generale. Ci dice che il 2023 è un anno che chiude con un saldo occupazionale positivo ma è un dato falsato perché sono notevolmente diminuiti i contratti a tempo indeterminato e sono aumentati i contratti somministrati (determinati) e questo genera altro precariato. La coesione, l’inclusione, la sostenibilità, l’unione, la solidarietà sono valori che non appartengono a questo Governo», ha continuato Senese.
Sindacato confederale senza Cisl che è favorevole all’emendamento economico del Governo. In merito il segretario regionale ha affermato: «La Cisl continua a dire che la manovra va bene perché nulla è peggiorato per i lavoratori non considerando il fatto che un sindacato deve sempre e solo rivendicare condizioni migliori».
Infine Senese conclude sulle pensioni: «Sappiamo quale è stata la risposta che il Governo ha dato ai pensionati: 3 euro in più al mese. Queste persone a fine mese sono costrette a scegliere se fare la spesa o comprare le medicine».
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