VIDEO | Dopo l'ennesima debacle, a Terni, arriva il derby. La squadra è chiamata a reagire, la città a starle vicino. Novanta minuti che valgono un anno
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Il punto - almeno si spera - di non ritorno. Premettendo quanto sia sempre possibile scavare più a fondo, la Reggina a Terni ha nuovamente toccato l'apice negativo stagionale. È arrivata l'ennesima sconfitta nell'ennesima partita non giocata realmente dalla squadra adesso affidata a Roberto Stellone.
Ultima spiaggia
Il derby col Crotone di sabato diventa fondamentale. È uno scontro diretto, è una partita in cui - si spera - al Granillo potrebbe tornare il pubblico delle grandi occasioni. La società lo ha chiesto: c'è bisogno della gente amaranto e, per farlo, ha di fatto reso gratuito l'ingresso sugli spalti. Tre euro per le curve, un nulla. Se Reggio vuole un club degno della Serie B, è il momento di dimostrarlo: la città deve rispondere.
Di contro, però, anche la squadra deve dare una risposta. La prova inguardabile di Terni ha fatto rimanere impietriti i 154 tifosi recatisi al Liberati, attoniti di fronte ad un gruppo di giocatori incapace anche solo di assomigliare ad un collettivo. Le difficoltà sono comprensibili ma la voglia di reagire non può limitarsi al galleggiamento su un prato verde.
Imbuto
Sbagliare anche la gara contro i pitagorici significherebbe morire, o quasi. Se già il contesto appare alquanto orientato verso la depressione, una sconfitta contro gli squali significherebbe infilarsi in autonomia in un imbuto dal quale, sinceramente, sarebbe praticamente impossibile uscire. La classifica è preoccupante, non ancora tragica. Il contesto è difficilissimo, non ancora dissolto. Reggina-Crotone è una gara da oggi o mai più.