L'attaccante partenopeo sta trascinando a suon di gol i lupi: «Contento di avere trovato un gruppo fantastico che mi supporta in tutto». E sui tifosi: «Per loro daremo sempre il massimo»
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L’hombre del partido si chiama Gennaro Tutino. Autentico trascinatore della squadra rossoblù, unico calciatore nella storia del Cosenza Calcio ad essere andato in doppia cifra due volte in Serie B insieme a Gigi Marulla.
I suoi gol stanno trascinando i compagni verso una primavera ricca di sogni. Ha l’intera città al suo fianco che lo ha letto beniamino fin dal giorno in cui è tornato all’ombra della Sila. «Sono legato a Cosenza. I miei figli Benedetta e Alfredo sono nati qui, dove mi sono sposato con Arianna. Trinchera e Gemmi hanno contribuito al mio percorso insieme al presidente Guarascio» dice lo scugnizzo napoletano.
Un nuovo record | Cosenza, Gennaro Tutino è sempre più l’hombre del partido
La classifica si è fatta interessante e la zona a rischio dista ormai 7 punti. Il 2024 è un’altra storia rispetto ai patemi di fine 2023. All’orizzonte l’ultima della classe: sabato Lupi in campo a Lecco. «Gara tosta come tutte – ha detto ancora Tutino -. Il Lecco? Non dobbiamo guardare la loro posizione, ma prepararci al meglio, ci sarà un ambiente caldo. Ai nostri tifosi che ci seguono sempre, dico grazie per la grande passione e l’affetto. Per loro daremo sempre il massimo».
Tutino, Cosenza e Fabio Caserta
Poi ancora: «La B è insidiosa. Mancano 14 gare e tutto può accadere. Il nostro motto è giocare ogni gara per vincerla. La classifica la guarderemo a 6/7 giornate dal termine. Ma siamo squadra organizzata con una sua identità».Tutino nella sua intervista al Corriere dello Sport non manca di parlare di se stesso e del buon momento che sta vivendo. «I numeri non mentono mai – ha aggiunto -. Contento di avere trovato un gruppo fantastico che mi supporta in tutto. E un tecnico che con le sue idee sta esaltando le mie caratteristiche».
Proprio di Caserta, Tutino non può che parlarne bene. Così come degli altri suoi mentori che ha incontrato nel corso della carriera. «Ogni tecnico ti lascia dentro qualcosa, sia a livello umano che professionale. Caserta, Braglia e Castori, ma anche Iachini, Corini e Pecchia a Parma, mi hanno fatto crescere. Pecchia sta dimostrando il suo valore, e i miei ex compagni meritano la A».
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