In laguna gli amaranto hanno conquistato la prima vittoria partendo da situazione di svantaggio anche grazie all'inserimento del francese nel secondo tempo
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Nella presentazione di Venezia-Reggina, Pippo Inzaghi aveva indicato quella del Penzo come la gara della maturità. Quella in cui dimostrare l’affidabilità di una squadra giustamente esaltatasi dopo la bella notte vissuta contro il Genoa.
Oltre il risultato
Il successo esterno, che mancava da Pisa, sarebbe stata l’unica reale certificazione, ma forse anche la modalità con cui è arrivato consente di pensare che Inzaghi sia stato accontentato in toto dal suo gruppo. Per la prima volta in stagione, infatti, la Reggina è riuscita a ottenere una vittoria da situazione di svantaggio, uno dei tasti dolenti delle prime pochissime sconfitte stagionali.
Mai, infatti, gli amaranto erano riusciti a completare un ribaltone nelle cinque precedenti occasioni in cui si era andati sotto nel punteggio. La prima reazione vera su era avuta a Cagliari, con Gagliolo a pareggiare l’iniziale 1-0 di Lapadula. A Venezia la remuntada ha portato tre punti.
Crescita
Una prova che dimostra quanto sia effettivamente cresciuta la Reggina, che ha superato brillantemente il fisiologico periodo di appannamento vissuto fra Parma e, appunto, Cagliari. Il secondo posto in solitaria lo certifica. A Venezia, peraltro, si sono viste due versioni ben definite della Reggina. Una, quella del primo tempo, prevedibile, impalpabile; l’altra, nella ripresa, cattiva, capace di giocate di qualità. Diversi sono i fattori che possono permettere di leggere questa situazione. Il più evidente, tuttavia, è stato l’ingresso in campo dì Jeremy Ménez e Gianluca Di Chiara.
Ingressi
Sopratutto il francese, infatti, ha dato qualità alla manovra offensiva, evidentemente arrugginita nel corso di un primo tempo abbastanza abulico sotto il punto di vista delle occasioni create. Il numero 7 si è subito inserito bene in partita, forse anche oltre le previsioni, vista l’attitudine dell’ex Milan e Roma a partire dall’inizio. La ciliegina sulla torta, nel finale, sono state le indicazioni a Ravaglia per guadagnare qualche secondo, per proteggere meglio il vantaggio minimo: movenze e atteggiamento da vero leader.
Pur senza gol, dunque, il giocatore francese ha inciso al Penzo, dimostrando la sua importanza nello scacchiere tattico e tecnico di Pippo Inzaghi.