Una trasferta da ricordare, nonostante la sconfitta, per Bruzzaniti, Pelle, Carbone e il tecnico Canonico, colonne di una squadra capace di compiere una lunga serie di imprese
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Quattro anni fa, più o meno di questi tempi, nel campionato di Promozione, girone B, il San Luca, capolista, si apprestava ad affrontare la trasferta di Stilo. In campo, fra gli altri, Antonio Pelle, Domenico Carbone e Domenico Bruzzaniti. In panchina, a fare da secondo, Pasqualino Canonico. Quello stesso giorno una gara in trasferta anche per il Catania, guarda caso in Calabria. A Rende, per gli etnei, vittoria per 2-1, firmata da Manneh e Silvestri, nel campionato di Serie C: tre gradini più in alto rispetto al San Luca. A distanza di quattro anni, le differenze si sono annullate, sia per la scalata del San Luca, sia per la discesa, con relativo fallimento, del Catania.
Il Massimino, però, per tutti rimane soprattutto lo stadio del “Clamoroso al Cibali” ed è sempre un campo magico, sia per la vastità, sia perché fino a qualche anno addietro ha ospitato le gare del campionato di Serie A. Ed è proprio in questo stadio che il San Luca ha battezzato il debutto del Catania in Serie D, arrivando ad un passo dal portare a casa un punto, davanti a 14mila spettatori. Solo a sei minuti dal termine, per un rigore discutibile, i padroni di casa sono riusciti a conquistare la vittoria, dopo la rete del pari ospite firmata da Carbone. Guarda caso uno dei “magnifici quattro” ossia quelli partiti dal basso per arrivare in alto. Quelli che nel 2018 erano in campo a Stilo, appunto Carbone, Pelle e Bruzzaniti, con Canonico al solito a rendersi utile dalla panchina.
Domenico Carbone è il capitano di questa squadra, nonché il rigorista. Tanti gol per lui. Tante battaglie. Un po’ come Bruzzaniti, capace con disinvoltura di giocare e segnare in Prima categoria, così come in Serie D. Totò Pelle era e rimane il gioiellino di questa squadra. Ha scelto di restare a casa: fosse andato altrove, sarebbe nei professionisti, magari. Ma al cuor non si comanda. Pasqualino Canonico per questi colori ha fatto veramente tanto. Ha pure guidato la squadra in D, ma al di là del ruolo, ha saputo farsi amare e rispettare per la competenza, l’umiltà, la disponibilità, la caparbietà. Un uomo società, insomma, puntuale e dedito al lavoro.
Anche per lui, quella di Catania, è stata una trasferta comunque da ricordare. Resta, ovviamente, il rammarico per la sconfitta, ma rimane la soddisfazione di aver calcato un campo storico. In quattro anni è cambiata la prospettiva, ma alle spalle ci sono impegno e lavoro, sacrificio e carattere. Da Stilo a Catania tante emozioni, e non è ancora finita. Il San Luca è pronto a scrivere altre pagine di storia, sempre con i “magnifici quattro”.