Non si è ancora spenta l’eco delle polemiche dopo la rissa che domenica scorsa è scoppiata in campo in occasione della partita valevole per il girone C di Prima categoria e sospesa poi al quindicesimo minuto della ripresa
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Non si è ancora spenta l’eco delle polemiche dopo la rissa che domenica scorsa è scoppiata in campo in occasione della partita fra la Virtus Rosarno e il Real Pizzo, valevole per il girone C di Prima categoria e sospesa poi al quindicesimo minuto della ripresa. Il tutto si è scatenato a seguito di un calcio rifilato da un giocatore napitino a un atleta di casa. Da qui la reazione fatta di pugni, schiaffi, spinte e altro ancora, come documentato in alcuni video che hanno fatto il giro del web. La società rosarnese all’indomani ha chiesto scusa, parlando anche di provvedimenti nei confronti degli atleti «che hanno contribuito a tale scempio» e invitando il Real Pizzo a fare altrettanto.
Dopo qualche giorno di silenzio, ecco che arriva anche il comunicato ufficiale del presidente del Real Pizzo, Holmo Marino. «Non riteniamo di dover commentare e giudicare i fatti di domenica a Rosarno da un punto di vista "disciplinare" vista la presenza in campo di un ottimo arbitro e di un commissario di campo, oltre che di immagini video relative agli eventi. Una risposta però è dovuta a chi inopportunamente parla di "provocazione". Se con questo termine si intende il tenere botta ai contrasti durissimi, se si intende il non retrocedere di un passo davanti all'atteggiamento duro e spesso pericolosamente oltre le righe di più di un calciatore del Rosarno, allora siamo e saremo sempre dei grandi "provocatori"».
E ancora, si legge nella nota ufficiale: «Sappiamo che il calcio non è sport per chi ama raccogliere margherite, lo abbiamo visto e anche giocato, qualcuno di noi, ma di sicuro non è caccia all'uomo. Parlarne non fa bene a nessuno, non è bello e ci fa fare passi indietro lungo il cammino della civiltà. Viene da chiedersi in che misura e dove sbaglino le Società di calcio allevando e formando i giovani atleti». Quindi un accenno alle attività della società napitina e a quella che può essere considerata la sua “mission”: «Continueremo a pensare che lo sport ed il calcio in particolare debbano essere palestre di vita, strumenti di comunicazione se non un vero e proprio linguaggio che avvicini ragazzi di ogni angolo del mondo. La Real Pizzo ha posto come punto centrale della sua gestione l'inserimento, anche lavorativo di ragazzi italiani e non, con l'obiettivo di abbattere il più possibile barriere di razza, cultura e religione. Vediamo il calcio come un nuovo esperanto, immediato e comprensibile a tutti, anche se parlato "con i piedi"».
«Non riusciamo a comprendere certi atteggiamenti - conclude il presidente Holmo Marino - e quindi a spiegarli a chi si è affidato a noi e ci accompagna in questo percorso. Siamo ancora sgomenti e senza parole noi che eravamo in tribuna, i tifosi di Pizzo e di Rosarno, i tifosi veri, non chi ha scavalcato la recinzione. Non cerchiamo e non vogliamo trarre vantaggi dalle disgrazie altrui, perché di ciò si tratta. Chiediamo solo di poter continuare a giocare in modo sereno e secondo le regole e relegare certe brutture a palcoscenici che non ci appartengono, per convinzione, cultura e scelte di vita».