Reggini doc, cresciuti a pane e cartucce, al seguito del padre cacciatore, Filippo e Monica Neri, di trentacinque e trent'anni, con oltre un decennio di agonismo alle spalle, agli ultimi mondiali di Tiro a palla Fidasc (Federazione Italiana Discipline Armi Sportive da Caccia) del 2021, i secondi della giovane storia di questo sport svoltisi a Fara in Sabina in provincia di Rieti, hanno mantenuto il massimo titolo già conseguito in coppia del 2019, conquistando anche il primo gradino del podio nella competizione individuale. Una passione nata in famiglia e che lì continua a crescere.

Appassionati fin dall'infanzia

«Da bambino mi affascinava vedere mio padre preparare l'occorrente per andare a caccia. Una curiosità che nel tempo è diventata una grande passione, uno sport che pratico a livello agonistico dal 2005. Allenamenti e sacrifici condivisi con mia sorella Monica con la quale c'è un affiatamento unico, una complicità straordinaria sul campo di gara come nella vita», racconta il campione mondiale di Tiro a palla, Filippo Neri.

«Tutto è iniziato quando ero piccolina, guardando mio padre e mio fratello che, immersi nei preparativi per la caccia, maneggiavano munizioni, cartucce e fucili. Un mondo del quale sentivo il desiderio di fare parte. Ad un certo punto, infatti, guardare non mi bastava più; volevo essere sempre più presente e partecipe al punto che nel tempo anche per me sparare è diventato uno sport a tutti gli effetti, una grande e coinvolgente passione di famiglia. Così, per i miei diciotto anni, una pistola e il porto d'armi ad uso sportivo sono stati i regali che ho desiderato», racconta la campionessa del mondo di Tiro a palla, Monica Neri.

Primi in coppia e individualmente 

Per il team Neri, il 2021 è stato un anno d'oro. «Gli ultimi Mondiali sono stati particolarmente ricchi di soddisfazioni e non solo. L'apice del nostro sogno era proprio quello di essere campioni in coppia e anche individualmente e lo abbiamo realizzato. Per me e mio fratello, molto uniti nella vita come sul campo, avere coronato insieme questo sogno è stata una grandissima emozione», racconta Monica Neri.

«Grandi soddisfazioni. Abbiamo conquistato anche il primo posto in squadra con gli altri atleti italiani. A me è stato poi assegnato anche premio assoluto, per il maggior punteggio conseguito sia con il bersaglio mobile che con la carabina a canna rigata, intitolato a Bruno Modugno, primo presidente della Fidasc», racconta Filippo Neri.

Mamma Pina e Papà Francesco: «Sul podio con loro»

A vincere non sono stati solo loro. Sempre presenti i genitori Francesco e Pina, che nella loro casa a Ravagnese custodiscono con orgoglio decine medaglie e coppe conquistate in anni e anni di agonismo, impegno e sacrifici, e anche Leonardo e Cristina, rispettivamente marito di Monica e moglie di Filippo.
«Tutti ormai ci conoscono, poiché ci muoviamo sempre insieme. I miei genitori, mia moglie e mio cognato sono la nostra forza. Ci sostengono sempre e ci spronano a fare sempre bene», sottolinea Filippo Neri.

«Sono i miei campioni perché sono dei figli d'oro. Finché mi sarà possibile, li seguirò con fierezza e gioia. Vederli salire sul podio mi riempie di orgoglio perché ne conosco i sacrifici», racconta mamma Pina.
«Sono davvero tanto orgoglioso. In qualche modo anche noi siamo stati in gara con loro e con loro siamo saliti sul podio», racconta papà Francesco.

Uno sport per soli uomini...una volta

Una soddisfazione all’altezza di tanti sacrifici che libera anche questo sport dal pregiudizio che lo vorrebbe solo praticato da uomini.
«Quando ho iniziato a gareggiare, nel 2010, la donna in questa disciplina era giudicata fuori posto. Le armi alimentano già un pregiudizio, quando ad imbracciarle sono le donne il pregiudizio si amplifica. La specialità Coppia è stata riconosciuta dal Coni proprio per promuovere la partecipazione femminile. Così le donne oggi sono di più e praticano questo sport con risultati che, anche se ovvio è stato necessario dimostrarlo, non sono da meno», sottolinea Monica Neri.

Uno sport in crescita, ma senza strutture

Successi e soddisfazioni che alimentano il desiderio di contribuire allo sviluppo di questa disciplina, giovane ma in espansione. Un percorso che appassiona tanti calabresi nonostante la carenza di strutture pubbliche in cui allenarsi. «La necessità di precisione, freddezza e concentrazione che questo sport richiede è stata per noi uno sprone a migliorare sempre. Vogliamo crescere e continuare ad imparare e ci piacerebbe poter contribuire a diffondere questa disciplina in crescita e già molto diffusa in Calabria», spiegano Filippo e Monica Neri che, abilitati anche ad allenare e ad insegnare, vorrebbero mettere la loro esperienza al servizio di chi voglia imparare.

Nati e cresciuti come atleti e futuri campioni al poligono di Pentimele, chiuso da diversi anni e che si stanno impegnando per riaprire, Filippo e Monica Neri continuano a conciliare lavoro, al porto di Gioia Tauro per Filippo e in un salone di bellezza per Monica, e allenamenti fuori Reggio per prepararsi alle prossime gare che scandiranno la loro vita anche in questo 2022. Hanno un titolo da difendere e tante altre sfide da affrontare. Sempre tutti insieme.