I playoff raggiunti dopo dodici anni sono, senza dubbio, un risultato ottimo. Ma c'è anche qualcosa da rivedere e un'ambizione da coltivare
Reggina, un viaggio lungo dieci mesi. Dalla Samp al Sudtirol: il bilancio, cos’ha funzionato e cosa no
Reggina, un viaggio lungo dieci mesi. Dalla Samp al Sudtirol: il bilancio, cos’ha funzionato e cosa no
Reggina, un viaggio lungo dieci mesi. Dalla Samp al Sudtirol: il bilancio, cos’ha funzionato e cosa no
Reggina, un viaggio lungo dieci mesi. Dalla Samp al Sudtirol: il bilancio, cos’ha funzionato e cosa no
Reggina, un viaggio lungo dieci mesi. Dalla Samp al Sudtirol: il bilancio, cos’ha funzionato e cosa no
Reggina, un viaggio lungo dieci mesi. Dalla Samp al Sudtirol: il bilancio, cos’ha funzionato e cosa no
Ragionare sulla stagione 2022-23 della Reggina richiede nervi saldi. Quella degli amaranto è stata una stagione lunga, complessa; per certi versi estenuante, anche e soprattutto perchè intrecciata a doppio filo con le vicende extracalcistiche, che hanno animato le giornate amaranto anche quando il pallone non rotolava. L'immersione è stata costante, fino alla sfortunata rete subita ad opera di Casiraghi nella notte del Druso. Il futuro è in via di definizione, ma oggi più che mai è necessario fermarsi e ragionare su ciò che è stato. E ciò che dovrà replicato e ciò che, invece, dovrà essere diverso.
Dalla Sampdoria al Südtirol. Un arco narrativo di dieci mesi densi, fitti. Un'altalena di emozioni che, nel suo epilogo, ha regalato l'emblema della gioia e dell'amarezza. L'una rappresentata dalla folle felicità del gol di Canotto contro l'Ascoli al minuto 95; l'altra dalla delusione del veder gonfiare la porta di Bolzano sbagliata.
In mezzo un girone d'andata da record. Tanta illusione ha inebriato Reggio, convinta che il digiuno di Serie A potesse spezzarlo una squadra sì forte, ma decisamente inferiore rispetto a Frosinone, Genoa, Cagliari, Bari e Parma, per citarne cinque che, di certo, sono a un livello più alto. Il 2023 ha insegnato tanto: a mister Inzaghi, alla squadra, alla dirigenza. Le sconfitte in serie hanno fatto male, rischiando di privare gli amaranto di un traguardo che sarebbe stato meritatissimo e che, parafrasando Superpippo, il Dio del calcio ha poi deciso di riconoscere.
Andare in A, quest'anno, era oggettivamente impensabile: in una B così competitiva, per fare il salto ci vuole una struttura societaria decisamente più robusta di quella della Reggina e, possibilmente, una rosa più lunga e completa. Ma quanto fatto deve lasciare in bocca al tifoso un sapore d'orgoglio, speranza e voglia di tornare dove Reggio ha dimostrato di poter stare nei primi anni duemila.
In tutto questo, peraltro, si inserisce un discorso di appartenenza che mai come quest'anno si è avvicinato all'epopea d'oro della Reggina. Oltre 212mila tifosi hanno frequentato il Granillo nella Serie B 2022-23, per una media di 11.161 a partita; ma tantissimi l'hanno accompagnata in trasferta: i picchi di Modena e Parma, con oltre 2mila supporters al seguito, sono ancora impressi nella mente. Solo piazze come Palermo, Bari e Genoa hanno fatto meglio, a testimonianza di un fuoco di passione che arde forte in riva allo Stretto.
Bene, nonostante il girone di ritorno, la squadra. Inzaghi ha commesso degli errori, perdendo delle partite anche in maniera incredibile (Cosenza e Cittadella). Però si è sempre rialzato: ha portato i suoi giocatori ai playoff tanto quanto i suoi giocatori hanno portato lui. Non era facile, visto quanto successo fuori dal campo: mollare sarebbe stato facile, quasi comprensibile. La speranza migliore per il futuro è proprio Pippo, la sua ambizione, la sua voglia di vincere e correggere gli sbagli. Hanno funzionato i prestiti: Fabbian, Hernani e Pierozzi, i migliori giocatori della stagione.Saluteranno a giugno, e questo è un problema, ma hanno dimostrato che si può far bene anche senza spendere, se si è bravi a pescare.
A tratti, soprattutto nel nuovo anno, la Reggina è sembrata sfilacciata fuori dal campo. Uscite discutibili, da Inzaghi a Cardona, passando per il tombale silenzio in cui è piombato Massimo Taibi, sia prima che dopo il rinnovo di contratto. Da rivedere, forse, anche la gestione di alcune situazioni come quelle legate a Ménez e Cionek, in scadenza di contratto, il cui finale di stagione è stato evidentemente influenzato dall'incertezza.
L'annata 2023-24 sarà tutta da scoprire. Sicuramente sarà influenzata dall'approvazione del concordato, al cui interno è prevista una riduzione significativa dei costi (si parla di quattro milioni di euro). Come spiegato, comunque, non sono i soldi a far sempre la differenza, ma le idee: ne serviranno di fresche, alla Reggina, per vivere una stagione ventura ad alti livelli. Del resto, si sa, la Serie B è strana: il playoff conquistato quest'anno non dev'essere un punto d'arrivo ma di partenza. Sarebbe pericoloso il contrario: per info, chiedere a Perugia e Benevento.