C'è movimento per il futuro della Reggina. Sono giorni febbrili per il club amaranto, a poco più di un mese dalla scadenza per eccellenza: quella del 22 giugno, che sancirà il termine ultimo per presentare la domanda di iscrizione alla prossima Serie B.

Fondi ma non nomi

Proseguono le trattative fra chi rappresenta i vertici della società, sempre priva di un amministratore unico che di mollare non ha intenzione, e coloro i quali sono interessati alla possibilità di rilevare la Reggina 1914. Il fondo, o meglio, i fondi esistono: sono reali, hanno due bandiere, una delle quali a stelle e strisce. Mancano i nomi, anche se qualcuno dei soggetti coinvolti nell'operazione gravitano, già da tempo, nell'orbita amaranto e dentro il Sant'Agata.

Questa grande riservatezza, però, fa riflettere. Basti pensare che, in Italia, i fondi che hanno poi concluso le operazioni legate al pianeta calcio si sono rivelati, magari non subito, ma ufficializzando interesse, nomi, volti. Gli esempi sono lampanti e spaziano attraverso le categorie professionistiche: Milan (Serie A, Elliot e Gordon Singer), Pisa (Serie B, Alex Knaster) e Cesena (Serie C, Robert Lewis e John Aiello di JRL Investment Partners LLC). Solo per citarne alcuni. Va peraltro aggiunto che Knaster ha comprato il 75% del Pisa: spesa da 12 milioni di euro. Cifre simili al debito della Reggina, qualora venisse ceduta a zero euro, chiaramente.

Perplessi?

Tutto ciò non fa che creare ulteriore disagio in un popolo, quello amaranto, angosciato e allo stesso tempo speranzoso. Nessuno parla, nessuno pensa a quei tifosi che domenica sono scesi in piazza, chiedendo un futuro per la Reggina.Chiaro, ci sono altre priorità ma urgerebbe anche rivolgere un pensiero a chi questa maglia l'avrà sempre addosso, sia che il 22 giugno sia un giorno di festa, sia se non dovesse andare come si spera.

Mettere le cose in chiaro, aggiornare sullo stato della missione legata al salvataggio del club, sarebbe cosa gradita per la città. Possibilmente dicendo la verità, evitando di dire che «Non c’è stato nessuno che si sia presentato da me per dirmi di voler entrare o aiutare questa società» per poi essere smentiti, peraltro dai propri legali. Perché le bugie, si sa, hanno le gambe corte.