«Sono Amaranto e me ne vanto» ha gridato con forza e passione la tifoseria della Reggina che oggi pomeriggio ha attraversato il Corso Garibaldi partendo da Piazza Duomo per chiedere di salvare la loro squadra.

Nelle scorse settimane un’indagine della guardia di finanza ha portato agli arresti domiciliari del presidente Luca Gallo per reati fiscali. La conseguenza di questa tempesta giudiziaria è il concreto rischio che la storica società calcistica della città dello Stretto non possa iscriversi entro giugno al prossimo campionato di serie B.

La tifoseria ha inteso così appellarsi alla Città, con lo stile che la contraddistingue, affinché l’impegno per salvaguardare un patrimonio che non è soltanto squisitamente sportivo, sia corale, tempestivo e concreto.

La tifoseria ha affidato un tripudio di bandiere, cori e battiti di mani la sua richiesta di aiuto e che è anche un urlo di profonda appartenenza alla maglia amaranto. Hanno camminato, cantano e saltato dietro uno striscione che recita “Salviamo la Reggina”, una squadra di calcio da sempre e per sempre un loro (e non solo loro) tratto identitario viscerale e irriducibile.