La Reggina e Jeremy Menez. Un binomio mai realmente vincente, con il francese che in amaranto ha giocato 26 partite e segnato 5 reti. Il futuro lo vedrebbe lontano da Reggio ma la trattativa per il suo addio va complicandosi di ora in ora. 

Due motivi

I perchè sono due. In primis, Menez ha un contratto con la Reggina valido fino al giugno 2023. Ma, forse, il restante anno e mezzo di contratto non basta a spiegare il perchè l’addio fra le parti non sia così agevole. La Reggina, infatti, ha portato in Italia l’ex PSG (e Ricardo Faty), sfruttando il Decreto Crescita, una legge approvata a suo tempo dal governo Renzi, che prevedeva che ai lavoratori dipendenti – italiani o stranieri – che si trasferivano in Italia dopo aver risieduto all’estero per almeno 5 anni venisse tassato soltanto il 70 per cento del reddito.

La legge interviene in sostanza sull’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, per cui sono previste diverse aliquote la più alta delle quali – per i redditi sopra i 75mila euro annui – è al 43 per cento. L’aliquota rimane sempre uguale, ma, con questa nuova regolamentazione, viene tassato solamente il 30 per centro dello stipendio lordo del lavoratore. La legge prevede poi uno 0,5 per cento da versare come contributo di solidarietà, destinato allo sviluppo dei vivai calcistici, e che il lavoratore debba mantenere la residenza in Italia per almeno due anni. Qualora non si raggiunga questo lasso di tempo di permanenza, la società deve versare le tasse risparmiate.

Ragion per cui, se Menez dovesse salutare prima di luglio 2022, la Reggina si ritroverebbe in mano un nuovo debito con l’Agenzia delle Entrate ed è per questo che una rescissione consensuale non viene presa in considerazione dal club di Via delle Industrie. 

Malta sfuma?

Ora dopo ora si va complicando anche il passaggio a Malta. Secondo il sito timesofmalta.com, il CEO dell’Hamrun Spartans Marcel Bonnici avrebbe spiegato come non ci sia nulla di concreto sul francese, a testimonianza del raffreddamento di una trattativa che sembrava potesse prendere un epilogo felice per la Reggina. E che, adesso, rischia di trasformarsi in un altro grosso buco nell’acqua per gli amaranto.