Contro la Scafatese gli amaranto non avrebbero meritato di perdere. C’è però da mettere ordine, in campo e fuori, in modo da non doversi appellare agli alibi e ottenere i risultati
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L’estate calcistica porta spesso con sé sogni, speranze e buoni propositi ma è poi il campo a dare il suo inconfutabile verdetto. La Reggina, in tal senso, non sembra ancora pronta a un campionato di livello. I motivi, in questo inizio di stagione, sono sicuramente da ricondurre ad una condizione fisica non ottimale. Questo, però, non è l’unico problema che deve risolvere mister Rosario Pergolizzi. La sua squadra sembra ancora ingessata quando deve produrre gioco e i tanti giocatori a disposizione, invece di facilitare il compito, potrebbero dare origine a un effetto boomerang.
Trentuno giocatori sono tanti, troppi. In diversi ruoli ci sono tre o più alternative, il che – oltre a giocare a sfavore del mister che deve scegliere – può avere conseguenze negative sull’umore di tanti ragazzi. E questo non è il massimo nell’economia di uno spogliatoio. Ciò che deve provare a fare Pergolizzi è allora stabilire delle gerarchie, per trovare una continuità di uomini e di risultati che restituirebbe serenità e certezze all’intero ambiente.
In porta la grana Lumia ha spalancato le porte della titolarità al giovane Lazar, che però è apparso poco sicuro sia tra i pali che nelle uscite. In più sono stati evidenti i mugugni del Granillo ogni qual volta il giovane portiere impiegava qualche secondo di troppo a far ripartire il gioco. Gli altri due under, Druetto e Katsaros, non sembrano ancora pronti per partire dall’inizio. Dunque, riaffidarsi a un veterano come Martinez potrebbe ridare stabilità all’intero reparto. Un reparto, quello difensivo, che sembra attrezzato quando deve difendere ma che mostra evidenti limiti quando si tratta di manovrare. Adejo, in tal senso, ha fatto tanta fatica contro i campani nel ruolo di centrale nella difesa a tre.
Sulle ali è apparsa incomprensibile la scelta di tenere fuori Giuliodori, uno dei migliori contro l’Igea Virtus, a vantaggio di Vesprini, che è sembrato meno pronto e dinamico rispetto al collega di reparto. Discorso simile a centrocampo, dove Forciniti è stato tenuto fuori per inserire ancora una volta Dall’Oglio. L’ex Avellino è un giocatore di categoria superiore ma sembra ancora lontano dai fasti di un tempo.
Con ciò ci ricolleghiamo alla scelta di chiudere l’ingaggio di alcuni giocatori nelle ultime ore di mercato, con il campionato alle porte. Per dare una diversa idea di programmazione, la Scafatese è scesa in campo con undici giocatori nuovi che, però, sono gialloblù da fine luglio. Questo, chiaramente, paga nel processo di costituzione del gruppo e dà la possibilità all’allenatore di lavorare con calma sui giocatori a disposizione.
Detto ciò, non è questo il luogo dove vengono tirate delle conclusioni affrettate – perché siamo solo alla seconda giornata e c’è tutto il tempo per recuperare. Bisogna, però, mettere ordine e capire che non basta avere tanti giocatori di categoria superiore per ottenere la promozione. Il campionato di D è molto complesso: oltre ai campioni fa la differenza il collettivo e questo, per il momento, a Reggio Calabria sembra non essere ancora forte. Nel frattempo, al Granillo iniziano a sentirsi i primi malumori, per cui dirigenti, allenatore e giocatori devono cambiare rotta al più presto se non vogliono entrare troppo presto in un loop distruttivo.