L'ex amministratore delegato: «La nomina di De Lillo è propedeutica per compiere l’iscrizione». E aggiunge: «Se fosse fallimento sono convinto che ci sarebbero gli imprenditori capaci di far ripartire il calcio a Reggio»
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Giuseppe Praticò, ex amministratore delegato della Reggina, è intervenuto ai microfoni del nostro network, per fare il punto della situazione sul futuro della Reggina: «Sicuramente la nomina di De Lillo è propedeutica per compiere l’iscrizione e per poter imbastire, con l’avallo del Tribunale, le trattative per la cessione». Il caos esploso intorno a Luca Gallo ha fatto emergere le reali cifre del passaggio del club dalla famiglia Praticò all’imprenditore romano: «Qualcuno disse che avevamo venduto la Reggina per 1.4 milioni di euro. Le carte dicono, però, che abbiamo ricevuto circa 350mila euro con 120mila ancora insoluti. La Lega, poi, ha versato fino a giugno circa 800mila euro di contributi maturati nella nostra gestione. Sono convinto che la nostra Reggina non sarebbe fallita alla luce di questi numeri».
La rivelazione
Praticò, nonostante l’agitazione, resta positivo: «C’è molta confusione, stante le voci sembra che la Reggina si possa salvare. Trovare acquirenti con una società che è confinante con realtà con problemi penali sarebbe un successo. A noi, ad esempio, arrivarono 7 manifestazioni d’interesse, poi si concluse con Gallo, che presentò l’ottava. Una cosa è una manifestazione, un conto è chiudere una trattativa».
L’ottimismo non manca, ma salvare la Reggina in ogni caso non sarà semplice: «Non basta rilevare il debito, bisogna metterci del denaro cash, allestendo una squadra competitiva. Gallo per costruire delle squadre che conducessero campionati in chiaroscuro, ha speso una ventina di milioni, a fronte di incassi da otto-nove. Sarà da capire quale sarà la via imprenditoriale che si intraprenderà. Noi nei tre campionati e mezzo abbiamo patrimonializzato: per Bianchimano, Villa, Carrozza; si parla di mezzo milione di euro».
L’ex AD spera non ci sia un nuovo crack: «Se fosse fallimento sono convinto che ci sarebbero gli imprenditori capaci di far ripartire il calcio a Reggio, ma si stresserebbe e tanto una tifoseria già provata dagli eventi di sette anni fa. Non voglio neanche pensare ad una non iscrizione».