Da quasi vent’anni al servizio della compagine reggina spiega le operazioni di mercato: «La scelta di richiamare il mister e i direttori Angiò e Logozzo non è stata casuale ma ben ponderata»
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Il biancorosso che scorre tra le vene e quella società mai abbandonata, sia nella buona che nella cattiva sorte. Vincenzo Mesiti è il più longevo dirigente del Gioiosa Ionica e testimone diretto di ogni vittoria, ogni sconfitta e ogni caduta. Da quasi due decenni, infatti, lo stesso Mesiti è dirigente-socio gioiosano.
«Siamo invidiati da tanti»
Con la spontaneità, la modestia e l’umiltà che lo contraddistingue, lo stesso fa il punto della situazione, analizzando anche la prossima stagione, quella cioè della ripartenza dopo la retrocessione: «Sarà una stagione difficile, sia dal punto di vista tecnico che ambientale, molte squadre hanno programmato e dichiarato apertamente la volontà di vincere il campionato, investendo parecchio e tesserando calciatori di categorie superiori. Noi vogliamo far bene e magari arrivare nella parte sinistra della classifica, non facciamo proclami ma possiamo sbandierare ai quattro venti che a livello organizzativo siamo competitivi e invidiati da tanti, questo anche per gli uomini che in passato hanno dato e lavorato per il Gioiosa Ionica».
La scelta di richiamare mister Logozzo e non solo
L'anno zero deve essere alimentato anche dalle certezze, ed è per questo che la società ha fatto determinate scelte, come afferma ancora Mesiti: «La scelta di riportare a Gioiosa il mister Santo Logozzo, il direttore generale Matteo Angiò e il direttore sportivo Rocco Logozzo, gioiosani doc, non è una scelta casuale o di cuore, ma ragionata dalla, evitando così di offrire ad altri le competenze e le conoscenze calcistiche e non solo, di questi uomini che hanno dato e che sicuramente daranno ancora tanto nel mondo del calcio».