Non si è fatta attendere la replica della Deliese che è arrivata puntuale, dopo le esternazioni della Virtus Rosarno in merito agli episodi di violenza verificatisi dopo il match tra le due compagini e valido per la ventisettesima giornata del campionato di Serie B. Disordini tra tifosi che sono subito degenerati, fino ad arrivare all'atto fisico.

Le replica

Dopo la versione dei fatti rosarnese dunque, arriva quella della Deliese attraverso una nota stampa: «Sentiamo il dovere, nonché l’obbligo morale, di replicare con chiarezza, fermezza e rispetto, per tutelare non solo la nostra società sportiva, ma anche il buon nome di un intero paese, da sempre sinonimo di accoglienza, correttezza e amore per lo sport. I fatti accaduti domenica 30 marzo allo stadio comunale di Delianuova sono stati descritti in maniera parziale, distorta e infondata dal comunicato della Virtus Rosarno, nel tentativo di gettare fango sulla nostra realtà sportiva e sul nostro territorio. È doveroso innanzitutto chiarire che nessun tifoso rosarnese è stato aggredito alle spalle, come falsamente sostenuto».

La verità dei fatti

Ecco allora come sono andate le cose: «La verità è ben diversa: già durante il primo tempo, alcuni appartenenti al tifo organizzato della Virtus Rosarno hanno tentato di scavalcare e superare le transenne, staccando tutti cartelloni pubblicitari in modo da aizzare la tifoseria locale, causando attimi di tensione che nulla hanno a che vedere con il clima di sportività che noi, come società, ci sforziamo ogni domenica di garantire. A fine partita, la situazione è degenerata per colpa esclusiva di una lite interna tra gli stessi tifosi ospiti, divisi e in conflitto fra loro, che ha acceso gli animi nel settore ospiti.
Ma ciò che davvero ci lascia sconcertati è l’ennesima falsificazione dei fatti: è stato un nostro tifoso, un ragazzo di Delianuova, a essere aggredito vigliaccamente da un gruppo di sostenitori rosarnesi, mentre si stava tranquillamente dirigendo verso l’uscita ignaro del pericolo. Si è trattato di un atto brutale e gratuito, che nulla ha a che fare con i valori dello sport. Non solo. A corredo del clima d’odio portato da una parte della tifoseria avversaria, alleghiamo la prova fotografica del nostro furgone societario, utilizzato per il trasporto dei calciatori tra Gioia Tauro a Delianuova, imbrattato con materiale osceno mediante l’uso di bombolette spray. Non bastasse la vigliaccheria del gesto, lo stesso è stato addirittura pubblicato sui social da chi si professa tifoso. Questo è il livello di certi supporter. Questo è lo spessore di chi oggi pretende rispetto e giustizia».

Accuse infondate

Accuse infondate insomma e per le quali la stessa Deliese se ne allontana categoricamente: «Basta alle accuse sistematiche e strumentali. Basta all’ipocrisia di chi si erge a vittima mentre semina odio e provocazione. Delianuova è un paese modello, che ha sempre accolto ogni squadra ospite con garbo e rispetto. Lo testimoniano le decine di società che qui sono venute e ripartite nel massimo della serenità. Siamo una società storica, che fa calcio con dignità e passione da decenni. E se c’è qualcuno verso cui, spesso, si sono davvero chiusi entrambi gli occhi, quella è la nostra realtà, troppo spesso penalizzata, ignorata, sottovalutata. Sulla partita, infine, qualche parola va spesa: la Deliese ha dominato l’incontro, gestendo il gioco dall’inizio alla fine. Il gol arrivato all’ultimo minuto da parte della Virtus Rosarno è figlio di un’azione isolata in una gara in cui hanno pensato solo a difendersi, nella speranza di strappare un pareggio, e non certo a vincere con merito. A tutto questo si aggiunge l’ignobile gesto di un loro giocatore, che si è permesso di sputare in faccia a uno dei nostri tesserati: un comportamento indegno, inaccettabile e gravemente antisportivo, che ci auguriamo venga sanzionato dalle autorità competenti.
L’a Deliese continuerà a difendere il calcio pulito, la passione vera, il rispetto per le regole e per l’avversario. E continuerà a farlo con la forza di chi crede in un progetto sano, genuino, che mette al centro i valori umani prima ancora di quelli sportivi. Chiediamo rispetto. Chiediamo giustizia».