Gino Fazio è tesserato da 44 anni con l'Asd Scala Coeli, squadra del piccolo comune ai confini tra le province di Crotone e Cosenza. Domenica scorsa è stato schierato tra i pali nel derby contro il Cariati. Insieme a lui giocano i figli Pasquale e Ivan
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Ha iniziato a stare tra i pali 44 anni fa, esattamente quando nasceva Gigi Buffon, il suo idolo. Oggi, a 62 anni suonati, Gino Fazio è ancora lì a difendere la porta della squadra di calcio del suo paese, lo Scala Coeli, piccolo comune ai confini tra le province di Crotone e Cosenza, che attualmente milita nel campionato di terza categoria. Oltre alla longevità di atleta, Fazio vanta un altro record: l'attaccamento alla maglia 'azzurrina', dal suo esordio nel 1978, infatti, non ha mai cambiato casacca. Proprio domenica scorsa Fazio è stato schierato tra i pali nel derby tra l'Asd Scala Coeli e l'Asd Cariati che però ha perso per tre a cinque. Con lui in campo giocavano anche i suoi figli Pasquale e Ivan.
In realtà Gino Fazio - come racconta oggi il bisettimanale locale il Crotonese – è un docente di musica, maestro di banda musicale, ottimo trombettista. Al giornale racconta l'emozione del derby, la stessa di un giovane esordiente: «Questa mia presenza in terza categoria è il coronamento di un sogno al culmine di una lunghissima carriera che mi ha permesso di raggiungere un invidiabile record, quello di aver giocato per tanti anni nelle categorie dilettantistiche della Figc tra la terza e la seconda categoria, sempre vestendo i colori azzurrini della squadra del mio paese Scala Coeli, con la quale ho condiviso 44 anni di ottimo calcio e lusinghieri traguardi».
Il suo scudetto Fazio può dire di averlo vinto quando, nell'ormai lontano 1981, la squadra di Scala Coali si è aggiudicata il campionato di terza categoria. «Ho iniziato a giocare nel lontano 1978 - racconta ancora Fazio – e ho partecipato a tanti campionati di calcio basando il mio credo sportivo sulla serietà e la massima applicazione nel lavoro e sul campo, atteggiamento che mi ha aiutato a tenere lontano gravi infortuni permettendomi di giocare fino a oggi».
A consentirgli di abbattere le barriere anagrafiche spiega Fazio, rivelando il segrreto della sua longevità atletica, «è soprattutto la passione, nonostante l’età avanzata, grazie anche all’integrità fisica. Per migliorarmi ho seguito sempre attentamente i consigli e le direttive dei miei allenatori, senza mai entrare in polemica con nessuno di loro, anzi ero sempre attento a cogliere il meglio dei loro suggerimenti».
La sua storia Fazio vorrebbe che fosse presa ad esempio dalle giovani generazioni: «Quella voglia interiore con cui scendo in campo mi piacerebbe trasmetterla nella loro mentalità, sempre rispettando gli avversari e le regole del gioco. Facendo calcio mi sono sentito sempre realizzato trasmettendo sempre a tutti i miei compagni il miglior comportamento per vivere il calcio come un gioco e non come una sfida».