Quattrocentocinquanta giorni. Quindici mesi di lavoro. Ecco quanto è durata l’era Mirabelli alla guida del mercato del Milan. Da Rende a Milano, passando dai campi polverosi di Promozione, Serie D, Serie C, Premier League alla corte di uno dei club più titolati al mondo. 

Chiamato da Marco Fassone, Massimiliano Mirabelli è l’uomo che deve ricostruire il Milan dopo l’addio di Berlusconi e l’inizio di una nuova storia firmata signor Li. L’imprenditore venuto dall’Oriente si affida ai due nuovi dirigenti che la scorsa estate costruiscono un Milan nuovo di zecca. Mai così tanti movimenti di mercato registrati in una sola sessione. Da Bonucci a Biglia, da Andrè Silva a Kalinic passando per l’affaire Donnarumma e l’ingaggio di Calhanoglu.


Undici saranno al termine del mercato gli acquisti del duo Fassone-Mirabelli. Poi l’inizio del campionato in salita. L’addio di Montella e l’arrivo di Gattuso. Un altro calabrese. La lenta risalita in classifica terminata con la qualificazione in Europa League. Quella messa a rischio a causa del mancato rispetto di alcuni paletti legati al Fair Play Finanziario, ma poi ripristinata con la sentenza del Tas che ha riammesso i rossoneri alle competizioni europee. Nel mezzo il braccio di ferro tra mister Li ed Elliott, quest’ultimo nuovo proprietario del Milan. L’addio a Fassone ed oggi la rottura con Massimiliano Mirabelli che ha affidato a twitter il suo addio. Tra il club e lui nessuna risoluzione.


L’ormai ex dirigente ha voluto salutare tifosi e addetti ai lavori con una toccante lettera che ha ripercorso il suo cammino in rossonero rimarcando anche il senso di appartenenza alla Calabria condiviso con mister Gattuso, rimasto unico rappresentante della punta dello Stivale nell'organigramma meneghino.

La lettera

«Quando arriva il momento di dire grazie, vuol dire che qualcosa che era cominciato, poi finisce. Non è mai facile, soprattutto quando ripensi alle interminabili giornate di lavoro dedicate a un unico e dichiarato obiettivo, il bene del Milan.
Vorrei partire da qui, da questo immenso mondo chiamato Milan e dalla sconfinata passione che lo circonda. Vorrei partire da voi: dal vostro amore, dalle vostre ansie e dai vostri sogni, dalle gioie e dalle paure, da tutto quello che mi avete trasmesso in questi difficili ma splendidi 15 mesi di lavoro, dei quali vado fiero.
Grazie. Con voi, non io, ma tutta la squadra del Milan non è mai stata sola. Vi ho incontrato per le strade e nelle città dove il Diavolo è andato a giocare, ho provato le vostre stesse emozioni, sono rimasto colpito dall’affetto che mi avete dimostrato con i vostri striscioni e comunicati e mi emoziono ancora se ripenso a quella sera dell’Olimpico dopo la sconfitta in Coppa Italia con la Juve. Avevamo perso, ma voi avevate vinto.
Ho provato con tutte le mie forze a regalarvi il miglior Milan possibile, perché voi milanisti meritate di tornare sul tetto d’Europa e del mondo. Ci tornerete, ne sono sicuro. In questi 15 mesi abbiamo fatto tante operazioni: acquisti per un progetto a lunga durata, rinnovi complicatissimi ma portati in porto e tutta una serie di cessioni che hanno consentito al club di ridurre il passivo. Questo Milan, consentitemelo, è una creatura che sento molto mia.
Prima di tutto voglio dire grazie a Mister Gattuso, che ho voluto fortemente alla guida della squadra perché ci hanno unito non solo il sangue della nostra stessa terra, ma soprattutto l’odore del campo.
Abbiamo lottato e sofferto insieme su ogni singolo pallone, come nel suo stile, e gli auguro tutte le fortune di questo mondo, perché Rino se le merita tutte.
Abbraccio tutta la squadra, anzi tutte le squadre del Milan: da capitan Bonucci al più piccolo dei talenti rossoneri, e un grande in bocca al lupo alle ragazze di Carolina Morace, alla loro prima stagione targata Milan.
Ho creduto in ognuno di loro e ho cercato di costruire un progetto concreto e duraturo: sono sicuro che il Diavolo che verrà avrà basi solide e occhi ambiziosi.
Grazie allo staff di mister Gattuso e a tutti i dipendenti e i collaboratori di Milanello, dal primo all’ultimo anello di una catena rossonera che ha lavorato senza sosta insieme a me e mi ha accompagnato in questo fantastico viaggio.
Grazie ai dipendenti di Casa Milan, con i quali ho condiviso tutte le emozioni di questa avventura e a tutti i componenti del Vismara che tra tecnici, collaboratori, consulenti e osservatori, con il loro lavoro hanno dato forza e speranze a tantissimi ragazzi.
Grazie a tutti i giornalisti, a tutto il mio staff e a chi ha creduto in me e mi ha concesso questa enorme opportunità professionale: servire il Milan per me è stato un onore.
Infine grazie alla mia famiglia, fonte inesauribile di amore, soprattutto nei momenti più difficili.
Gli uomini passano, il Milan resta.
Forza Vecchio Cuore Rossonero!»