Quella tra Mario Loccisano e il Gioiosa Jonica è una storia d’amore cominciata da bambino con i primi calci al pallone e proseguita da ragazzo, difendendo i colori biancorossi prima in campo (con la fascia da capitano al braccio) e poi in panchina, allenando inizialmente la Juniores e ora anche la prima squadra a seguito delle dimissioni, nel mese di marzo, del tecnico Ferraro. «Per me rappresenta un sogno che si realizza - racconta Loccisano -. Sono cresciuto in questo campo, sono cresciuto andando in panchina quando mio padre era l’allenatore del Gioiosa e mia mamma era la figlia del presidente del Gioiosa. È una questione di famiglia, un piacere ed un onore». 

Un’annata al di sotto delle aspettative e caratterizzata da problematiche dentro e fuori dal campo ha relegato la squadra ai bassifondi della classifica di Eccellenza, costringendola a giocarsi l’intera stagione ai playout, prima grande sfida della carriera del giovane allenatore. «A questi ragazzi non posso chiedere nulla di più rispetto a quello che stanno già dando - spiega l’allenatore -. Hanno dimostrato serietà, professionalità e anche attaccamento alla maglia e spero che questo sogno salvezza si realizzi, ma soprattutto per loro perché lo meritano davvero tanto».

Ad attendere il Gioiosa, domenica, per il primo turno dei playout è lo Scalea, squadra affrontata e battuta due settimane fa dai biancorossi in campionato. «Quello che andremo ad affrontare questa volta è un playout, è una storia completamente diversa ma quello che possiamo dire è che daremo il massimo. Già per noi è stata una conquista arrivare fino a questo playout, perché ci sono stati dei momenti in cui davvero la situazione stava andando male. Adesso che siamo qua ci siamo meritati di giocarci la salvezza in gara unica e faremo il massimo, questa è la promessa che possiamo fare».