Nonostante una classifica non esaltante, la prima parte della stagione ha fatto rilevare che la giovane formazione guidata da Panarello suda e onora la maglia sino alla fine dei 90 minuti. Ecco perché
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Alla lunga di una serie di confronti e analisi, fondati soprattutto sull’andamento delle ultime due stagioni, la prima parte del campionato rileva un comune denominatore da non trascurare. Si tratta della forza di reazione che ha finito per qualificare l’ultima espressione agonistica degli amaranto.
Il Locri, giovane e dal look “rifatto” rispetto alla passata e storica annata, è ancora quel gruppo squadra che suda e onora la maglia sino alla fine dei 90’. Lo spirito dello spogliatoio guidato da capitan Aquino è intriso di un orgoglio che crede fino in fondo alle capacità tecnico tattiche dello scacchiere, superando la fase di inibizione creata dal nome e dalla forza dell’avversario del giorno.
Per intenderci, un Acireale che sale in cattedra e sigla due reti poteva essere raggiunto proprio come successo lo scorso anno, sul finale di gara, così da dimostrare una tenacia che è il fondamento psicologico del gruppo di Panarello.
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Per arrivare a questo il lavoro dei tecnici Panarello e Iervasi, dello staff tecnico e dei dirigenti più costanti è stato minuzioso, con risultati da ottenere alla lunga e con la ricerca di una maturità di atteggiamento tutta da costruire, perché alla base ci sono comunque dei giovani atleti che si sono trovati al cospetto di una categoria semiprofessionista dalle belle pretese. Una domenica di cambiamenti, l’ultima, con la partenza di Bova che, comunque, sin dall’inizio ha impresso personalità sulla trequarti amaranto.
Il Locri ha saputo tamponare questa perdita e ha messo a proprio agio i nei immessi, Costa e Leveque, portandoli addirittura al gol. Sono stati i gol della reazione, dell’integrazione, della voglia di improntare un processo di continuità tangibile. Soprattutto, però, il Locri vuole figurare proporzionalmente alle qualità che possiede, all’impegno che riserva dalla ritardata partenza, così come nell’abilità utilizzata nel costruire un gruppo degno di stima e animato dalla passione per un sport che per alcuni è hobby e per altri è lavoro. La differenza in campo non c’è, perché la morale del gruppo e la serietà del torneo non permettono di certo un impegno affrontato con leggerezza. Tra liste di svincolo suppletive e mercato di riparazione sarà il direttore sportivo Antonio Tropea, adesso, ad avere l’ultima parola. E proprio il mercato ha messo a disposizione di mister Panarello un colpo di rilievo: in amaranto torna infatti il centrocampista Matteo Larosa, nella prima parte della stagione con la Vibonese.