Il numero uno della Lega nazionale dilettanti parla della sfida infrastrutture, il ruolo degli under e il restyling del Sant’Agata. E si punta sul semi professionismo
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Il presidente Lnd Calabria, Saverio Mirarchi
Intervista a tutto tondo con il presidente della Lnd Calabria, Saverio Mirarchi. Il numero uno della Lega nazionale dilettanti ha trattato temi cruciali, a partire dalla riqualificazione del centro sportivo Sant'Agata, fondamentale per il calcio professionistico e giovanile. Ha parlato degli investimenti nelle infrastrutture, come l’aumento dei campi in erba artificiale in Calabria, e della necessità di valorizzare gli under per il futuro del calcio. Ha anche sottolineato l’importanza del film "Us Palmese", che ha dato visibilità al calcio dilettantistico del sud. Inoltre, ha discusso della competitività della Serie D, delle difficoltà legate alle risorse e della riforma dei campionati, proponendo il semi-professionismo come modello di transizione verso il calcio professionistico.
Il calcio dilettantistico è la sua vita. Come presidente della Lnd Calabria, quale ruolo svolge oggi nel movimento e come vede la sua evoluzione?
Il calcio è la mia vita, lo frequento da quando avevo 7-8 anni. Ho vissuto tutte le fasi: calciatore, allenatore e dirigente. Oggi, da presidente, sento una grande responsabilità nei confronti della Calabria e del sud. La regione è migliorata molto, specialmente superando episodi di violenza. Ora siamo tra le regioni più virtuose, e mi impegno per la crescita tecnica, tattica e atletica dei nostri giovani.
Che pensa del film "Us Palmese" e quanto è importante per il calcio dilettantistico?
Il film ha sorpreso positivamente. Darà visibilità al calcio dilettantistico, con la partecipazione di molte realtà della Calabria. La Palmese ne è la protagonista, e il film aiuterà a far conoscere la nostra realtà. Spero che abbia successo non solo in Calabria, ma anche a livello nazionale. Il calcio nel sud è un patrimonio, ma sembra che a un certo punto si fermi.
Qual è la sua opinione?
Il calcio dilettantistico al sud è molto seguito e amato, anche se mancano risorse adeguate. Le strutture al nord sono migliori, ma il seguito che ha il calcio dilettantistico al sud non è paragonabile. Il problema sta nella gestione delle risorse: spesso, dopo aver raggiunto obiettivi ambiziosi, le risorse vengono disperse. È importante programmare a lungo termine.
Quali sono i suoi progetti per migliorare la qualità della vita degli sportivi in Calabria?
Stiamo organizzando corsi per dirigenti per affrontare le nuove normative e le incombenze burocratiche. Inoltre, abbiamo ospitato diverse nazionali, come le Under 18, 19 e 21, e ospiteremo le qualificazioni Under 19 agli Europei. Continueremo a lavorare su questi progetti per la crescita del nostro movimento.
Come affrontare la carenza di strutture adeguate nel calcio dilettantistico?
Le strutture in erba artificiale in Calabria hanno registrato un notevole aumento negli ultimi anni, raggiungendo quasi 50 campi. Questo straordinario risultato è stato reso possibile grazie a una sinergica collaborazione tra il CONI, Sport e Salute, il credito sportivo e la Regione Calabria, che hanno unito le forze per potenziare l'infrastruttura sportiva. Il miglioramento delle strutture è un passo fondamentale per garantire una crescita tecnica di qualità per i nostri giovani calciatori, offrendo loro spazi adeguati e moderni dove sviluppare il proprio talento e competere ad alti livelli.
Cosa pensa dell’impatto della vicenda Akragas e degli investimenti di città come Reggina e Siracusa nel calcio professionistico?
La vicenda dell'Akragas ha avuto un impatto sulle classifiche, con la rimozione dei punti ottenuti contro di loro. Purtroppo, problemi simili si verificano frequentemente e il calcio, soprattutto nelle categorie inferiori, necessita di una protezione adeguata tramite investimenti seri e una pianificazione a lungo termine. Il continuo cambiamento delle classifiche e l'alterazione dei risultati finali indeboliscono il movimento. Tuttavia, quest’anno città come Reggio Calabria e Siracusa hanno fatto significativi investimenti e meritano senza dubbio un posto stabile nel panorama del calcio professionistico.
Qual è la sua opinione sulle riforme nei campionati e sul semi-professionismo?
Si sta lavorando da anni per attuare una riforma dei campionati, mirata a ridurre il numero delle squadre professionistiche e a creare uno spazio per il semi-professionismo. Questo approccio fungerà da ponte tra il mondo del dilettantismo puro e quello del professionismo, offrendo alle squadre che aspirano a entrare nel calcio professionale l'opportunità di affrontare un campionato di transizione. In questo modo, le squadre potranno comprendere meglio, anche sotto il profilo fiscale, cosa comporta entrare nel mondo professionistico, che implica una gestione aziendale vera e propria con contratti di lavoro, fondi pensione e una complessa struttura fiscale. La possibilità di avvicinarsi gradualmente al professionismo permetterà solo a chi ha realmente le capacità e le risorse necessarie di fare il salto, garantendo così una crescita solida e sostenibile del calcio a tutti i livelli.
Viste le recenti evoluzioni, come vede il futuro del centro sportivo Sant'Agata e quale ruolo può giocare nella crescita del calcio calabrese?
La riqualificazione del centro sportivo Sant'Agata è cruciale per il futuro del calcio reggino e dell'intero panorama sportivo regionale. Ricordo perfettamente il periodo in cui la Reggina è tornata in Serie A, un traguardo che è stato raggiunto grazie alla realizzazione di questo impianto. Un’infrastruttura di tale qualità non può che giovare a tutto il movimento circostante. Inoltre, si è finalmente vicini all’omologazione del campo di Ciccarello, una risorsa fondamentale per il calcio dilettantistico. Reggio Calabria sta attraversando un periodo di difficoltà impiantistica e ha bisogno di recuperare ciò che possedeva alcuni anni fa.
Qual è la sua opinione sulla presenza obbligatoria degli under nel calcio dilettantistico?
La presenza obbligatoria degli under è fondamentale per il futuro del calcio. Aiuta a far crescere i giovani e a mantenerli motivati, evitando che abbandonino il mondo del calcio. Sebbene alcune società non siano favorevoli, è importante che i giovani abbiano opportunità di giocare in prima squadra.
Dove si vede tra cinque anni e quale eredità vorrebbe lasciare?
Mi auguro di aver contribuito a migliorare ulteriormente l'impiantistica sportiva in Calabria, poiché la qualità degli impianti è fondamentale per la crescita del movimento. Spero di aver lasciato una base solida per il calcio regionale.
La sua riconferma alla guida della Figc Calabria è stata accolta con una standing ovation. Che significato ha per lei?
È una grande soddisfazione e un onore. Mi sento responsabile di guidare una regione che investe tanto nel calcio. La mia priorità è rappresentare al meglio il calcio calabrese e portare avanti progetti significativi, come il centro federale di Catanzaro, che è diventato un punto di riferimento per l'intero movimento calcistico regionale.