Il centrocampista si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni: «Andremo ovunque a testa alta. Che emozioni quel goal alla Juventus...»
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
«Sei punti, quando vinci è sempre bello». È un Antonino Barillà, per molti (tutti) Nino di Catona, sereno. Le due vittorie della Reggina, con lui grande protagonista, hanno portato il sorriso e, in esclusiva ai nostri microfoni, il capitano della LFA non lo nasconde. E, anzi, sottolinea: «Sta andando tutto bene. Siamo partiti un po’ in ritardo, ma stiamo venendo fuori. I risultati ci stanno aiutando, la società ci sta mettendo a disposizione qualsiasi cosa, siamo sulla strada giusta».
Serie D | LFA Reggio Calabria-Licata 2-0: cronaca, tabellino, voti. Barillà show, il Granillo esulta
Nino, un mese di grandi lavori. La società, la squadra: è nata una nuova Reggina. Che idea ti sei fatto?
«È stata data un’impronta importante, la società ha lavorato duro. Si sono messi sotto, in dieci giorni hanno fatto una squadra con 25-30 giocatori. Hanno preso un allenatore, sistemato la sede. Queste cose si fanno in due mesi, queste persone le hanno fatte in dieci giorni».
Tu sei stato uno dei capisaldi da cui si è ripartito. Quanta voglia c’era di amaranto da parte tua?
«Il mio volere, al di là della categoria, che sinceramente non mi interessava, era di tornare a casa. Che fosse B o D non importa, non c’è nessun tipo di problema».
Che aria si respira nello spogliatoio?
«È un bel gruppo, con ragazzi seri, con voglia di lavorare. Stanno capendo cosa vuol dire indossare la maglia della Reggina, ci sono delle responsabilità importanti. Nessuno sta sbagliando nulla, tutti si stanno mettendo a disposizione. La società ha voluto formare uno zoccolo di regginità, abbiamo avuto sia io che Ciccio un’opportunità importante, ma anche per esempio Zucco, che sta facendo molto bene».
Serie D | L’esordio della nuova Reggina: due certezze, un campionato difficile e l’amore della gente
Sette punti in quattro partite. Nonostante le difficoltà, siete partiti abbastanza bene.
«L’unico nostro problema è la condizione. Stiamo lavorando ogni giorno per crescere e trovare la migliore forma possibile per raggiungere i nostri traguardi. Siamo la Reggina, andremo ovunque a testa alta. Secondo me abbiamo gli under più forti del campionato, noi over cercheremo di dare il nostro contributo, cercando di toglierci soddisfazioni e farle togliere ai nostri splendidi tifosi».
L’obiettivo di questa stagione? E come state vivendo, insieme alla città, la ripartenza?
«Il nostro obiettivo è dare una rivincita importante a tutta la città: questi colori non meritano la Serie D. Lo dice la storia, lo dice la gente. Portare quasi 10mila persone in due partite allo stadio in D non riesce a nessuno, forse nemmeno in Serie B accade. La città ha voglia di Reggina, tiene alla maglia: questo è un valore aggiunto e ci dà responsabilità, che sono un valore aggiunto».
Riavvolgendo il nastro. Ti dico una data: 26 aprile 2009, Reggina-Juventus. Il tuo goal sotto la Curva Sud…
«Fu un momento indimenticabile, l’inizio di una carriera bella, sudata, dove ci sono stati alti e bassi ma con tante soddisfazioni tolte, con le mie forze. È un ricordo bellissimo che mi porto dentro».
Poi hai girato tanto: da Trapani a Monza, passando per Parma.
«A Parma è stato il punto più alto della mia carriera. Ho trovato una famiglia meravigliosa, abbiamo vinto la B poi fatto due anni di Serie A incredibili. C’era un gruppo di ragazzi sani, una società che ci ha sempre fatto sentire in famiglia».
Serie D | LFA Reggio Calabria, ecco il ritorno di Barillà: ufficiale la sua firma
Quel ragazzino uscito dal Sant’Agata credeva di fare un percorso del genere?
«Non mi sarei mai aspettato una carriera del genere. Con il sudore, ma sono sempre riuscito a fare tutto quello che avrei voluto. La mia forza è sempre stata cercare di migliorare anno dopo anno, che mi ha consentito di stare con grandi campioni: da Gervinho a Inglese, passando per Balotelli e Boateng».
Hai girato tutti gli stadi più importanti d’Italia. Il migliore?
«Il Granillo pieno non ha rivali, però anche San Siro è uno stadio che ti fa…un po’ tremare le gambe. Mi ricordo la trasferta contro l’Inter con la maglia del Parma: vincemmo davanti a 60mila persone, un sogno».
Adesso, però, le gambe non tremano più. Anche perchè, di questa Reggina, sei il capitano.
«Indossare la fascia è il sogno di tutti i ragazzi di Reggio, quando e se arriva è una soddisfazione immensa: sai che rappresenti casa tua, sai di avere grandi responsabilità e di non poter sbagliare. Cerco di non deludere nessuno. Per me essere il capitano della Reggina è il sogno più bello della carriera».
Domanda finale: chiuderai la carriera con gli amaranto?
«Sarà la mia ultima tappa, è stata anche la prima. Il mio volere era quello di tornare a Reggio per chiudere un ciclo importante».