REGGIO CALABRIA - La Reggina torna da Lamezia con le ossa rotte e il morale sotto i tacchi. La sconfitta rimediata al D'Ippolito è di quelle che fanno male specie per un ambiente già duramente segnato dalle note vicende extracalcistiche che hanno portato alla penalizzazione in classifica.

Gli uomini di Francesco Cozza non riescono a rispondere a tutto ciò sul campo. La prova offerta sul terreno della Vigor fa registrare un preoccupante passo indietro sul piano del gioco e delle motivazioni. Durissime in tal senso le dichiarazioni del presidente Lillo Foti che a fine partita ha parlato senza mezzi termini di scarso impegno profuso, mancanza di cattiveria agonistica e superficialità nell'affrontare l’incontro. Al di là di un avvio che sembrava promettente, non c'è molto da raccontare della prova offerta dagli amaranto seguiti a Lamezia da circa quattrocento tifosi.

Assente Rizzo, in mezzo al campo è il giovane Maita a dover giostrare nel consueto modulo 4-3-3 che in difesa vede il ritorno di Crescenzi al posto di Camilleri. In avanti è Louzada il primo a rendersi pericoloso mentre il bomber Insigne appare ancora sottotono. Dopo una fase di studio sono i padroni di casa a prendere in mano la situazione. Solita dormita della difesa e ad approfittarne è Montella abile a sfruttare l'assist di Del Sante. Siamo al '31 ma da lì in avanti sarà solo Vigor Lamezia.

L'undici di Erra raddoppia dopo soli otto minuti con un gol capolavoro di Del Sante che trova il sette da quasi trenta metri. Nella ripresa non servirà a nulla l'ingresso di Viola. Ancora alla mezz'ora è la Vigor a colpire di nuovo con Del Sante. Il poker finale, sancito dall'autogol di Crescenzi a sette dalla fine, chiude il pomeriggio nerissimo della Reggina.