Ricatti ed estorsioni alla Juve, Daspo record per 38 capi ultrà

Dovranno restare per dieci anni lontano dagli stadi, le persone coinvolte nell'inchiesta 'Last Banner' che nei giorni scorsi ha azzerato i vertici del tifo organizzato bianconero

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27 settembre 2019
09:24

Daspo decennali per i big della curva bianconera che saranno costretti a rimanere lontano dagli stadi senza poter vedere le imprese calcistiche dei loro beniamini. Trentotto Daspo sono le misure prese dal questore di Torino Giuseppe De Matteis nei confronti di personalità di spicco dei gruppi coinvolti nell'operazione "Last Banner" che ha portato in carcere una decina di leader del tifo organizzato bianconero. Tra i Daspo emessi per la prima volta ci sono stati provvedimenti che durano fino a dieci anni.

 


Il blitz della Digos di Torino risale a una settimana fa, dopo un anno di indagine del gruppo criminalità organizzata della procura torinese. I capi ultrà divisi tra carcere e obbligo della firma aspettano il tribunale del Riesame. Giuseppe Franzo, fondatore degli ultra “Quelli di via Filadelfia”, uno degli undici capi ultrà arrestati una settimana fa si è presentato ieri davanti ai giudici della sezione del tribunale alla quale si possono impugnare le misure cautelari. Così come Umberto Toia, altro leader della curva bianconera, Massimo Toia e Corrado Vitale, che hanno l’obbligo di firma. Dino Mocciola, considerato il capo dei capi degli ultrà, ha depositato invece solo ieri l’istanza di scarcerazione al Riesame. Mocciola è in carcere a Ivrea da lunedì scorso. Il suo nome è centrale nell’inchiesta sulle estorsioni dei tifosi alla società bianconera per mantenere i privilegi in curva. Un’indagine che ha colpito i capi dei Drughi, dei Tradizione, dei Viking e dei Nucleo 1985, accomunati dagli stessi capi d’accusa ma non per l’associazione a delinquere che è contestata solo a Dino Mocciola e ai suoi “colonnelli”.

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