VIDEO | Il numero uno del calcio italiano ha parlato di numerose tematiche d’interesse in occasione della quarta edizione della manifestazione in memoria del compianto presidente della Reggina
Tutti gli articoli di Sport
Gabriele Gravina è stato uno degli ospiti d’onore della quarta edizione del Premio Oreste Granillo, organizzato da Maurizio Insardà e intitolato alla memoria dello storico presidente della Reggina, nonché sindaco di Reggio Calabria. Il numero uno della Figc ha parlato di numerose tematiche d’interesse, a partire dalla possibilità di rivedere la Nazionale italiana di calcio giocare almeno un’amichevole in Calabria: «Sarebbe molto bello, ma servono le infrastrutture. Mi risulta, tuttavia, che si sta lavorando in merito, sarebbe bello che lo stadio Granillo tornasse a ospitare gli azzurri».
La nuova stagione
«Sarà atipica, come potete bene immaginare. Partiremo in anticipo per favorire una sosta invernale mai così lunga per il Mondiale. Il calcio italiano ha ancora appeal, c’è tanta voglia di giocare. Forse siamo stati poco attenti e incisivi a valorizzarlo, dalla Serie A, alla B, alla C. C’è grande fermento, devo dire che anche nel mondo dilettantistico ci sono delle città importantissime. Si sta ripartendo, questo sport ha una sua valenza».
Tema multiproprietà
«Lavoriamo per risolvere la situazione, Luigi (De Laurentiis, al suo fianco in occasione del Premio Granillo) lo sa benissimo. Quando c’è il buon senso si trova sempre la strada giusta - ha spiegato il numero uno della Figc - ma purtroppo ci sono delle norme severissime a livello internazionale. Abbiamo vissuto un anno fa un’esperienza drammatica per il calcio italiano, un’esperienza che non vogliamo più rivivere (quella della Salernitana, ndr)».
Gravina ha poi sottolineato l’importanza di non disperdere il patrimonio culturale delle proprietà calcistiche italiane all’interno di un contesto che vede sempre più club finire in mani, pur solide, straniere, trovando la concorde risposta di Luigi De Laurentiis, dimostrando l’apertura di un dialogo che si spera possa essere positivo per le città di Bari e Napoli: «Sarebbe bello che tutte le proprietà della A, della B, della C fossero italiane. In B, però, già in dodici sono straniere. Ogni città rappresenta nel mondo una bellezza unica, sotto ogni punto di vista, a partire da quello culturale e turistico. Credo che oggi bisogna cercare e sperare, con grandissime risorse, di mantenere la storia di quei team».
Indice di liquidità
Ancora Gravina: «L’opposizione dei club a questo parametro? È una contraddizione che vive il mondo del calcio. Fra le difficoltà economico-finanziaria, la nostra intuizione di natura pubblicistica, che discende da una legge dello stato, ci dice di controllare l’equilibrio delle società. Non è un indice che ho inventato io, esiste in economia da diverso tempo, mi sembra una lotta ai mulini a vento. Noi cerchiamo di andare verso i club, se qualcuno non lo capisce non è un problema mio».