La maxi inchiesta sul calcio sporco che il 19 maggio dell’anno scorso aveva portato a cinquanta arresti e ventisette avvisi di garanzia tra calciatori , presidenti di società sportive, dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, di serie D e Lega Pro, finanziatori è arrivata al capolinea. Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Elio Romano ha chiuso le indagini a carico di 84 persone . Insospettabili che avrebbero deciso chi doveva perdere e chi doveva vincere nelle partite seguite da migliaia di ignari tifosi che andavano allo stadio pensando di assistere ad un incontro onesto tra la squadra del loro cuore e quella degli avversari. Ma non era così. Sarebbe stato tutto truccato per consentire agli stessi calciatori, presidenti, allenatori e scommettitori di guadagnare milioni e milioni di euro corrompendo tutti. Una trentina le partite di calcio finite nel mirino della Dda, in alcuni casi è stato riscontrato come il risultato finale venne realmente alterato. In altri si è registrato il semplice tentativo non andato però a buon fine. La Mobile di Catanzaro allora guidata dal dirigente Rodolfo Ruperti nelle settimane successive al maxi blitz del mese di maggio aveva notificato altri provvedimenti cautelari

 

IL RUOLO CENTRALE DEL CLAN IANNAZZO

 

Al centro della scena la cosca iannazzo, come risulta nel decreto di fermo «Gli indagati hanno agito con la consapevolezza della capacità di intimidazione e di assoggettamento derivante dall’appartenenza al gruppo criminale di tipo mafioso denominato cosca Iannazzo, nonché con la consapevolezza della vicinanza di Uros Milovsavljevic ad ambienti criminali della ’ndrangheta calabrese, allo stato non ancora individuati più precisamente». Pietro Iannazzo, coinvolto anche nell’operazione antimafia nome in codice Andromeda è considerato «personaggio di primo piano della ’ndrangheta calabrese». Il ruolo di Iannazzo è ritenuto centrale. L’uomo, «avvalendosi della sua caratura criminale in quanto esponente di spicco dell’omonima cosca di ’ndrangheta, nonché delle sue conoscenze con esponenti di varie società calcistiche calabresi, era riuscito a realizzare una vera e propria rete di “personaggi”, tutti collegati tra loro, che si adoperavano in un sistema di mutua assistenza, finalizzato a condizionare alcuni risultati di partite di calcio della Lega nazionale dilettanti, serie D, per le quali era anche possibile effettuare regolari scommesse». Per gli investigatori, il consulente di mercato «aveva stabili rapporti, già dal campionato precedente», con il presidente e il direttore sportivo del Neapolis e il suo scopo era quello di far vincere – «spendendo il suo nome dietro lauto compenso» – ai campani, «attraverso le alterazioni dei risultati delle partite, il campionato in cui milita, pur non avendo uno spessore tecnico tale da poter raggiungere lealmente» il risultato. E’ lo stesso Iannazzo, in una conversazione captata dalle microspie degli inquirenti, a spiegare che il Neapolis è «una squadra di “babbi”» e che, per vincere, il presidente è “costretto” ad avvalersi dei suoi particolari servizi, anche perché «i giocatori non ti fanno vincere il campionato».

 

UN POLIZIOTTO AL SERVIZIO DEL CRIMINE

 

C’è anche il nome di Alberto Scarna, cosentino, sovrintendente della polizia di Stato in servizio alla questura di Ravenna. Avrebbe avuto un ruolo attivo all'interno dell'associazione criminale, grazie all’amicizia dell’imprenditore Fabio Di Lauro, ex calciatore del Cosenza. Il poliziotto partecipa alle attività della consorteria criminale con un duplice ruolo: prende parte ai summit dei componenti dell’associazione. Scarnà, era conoscenza delle frodi sportive e ha constatato personalmente i molteplici reati commessi dai suoi complici e ciononostante ha omesso di riferire tutto alle autorità. Di Lauro, considerato promotore e organizzatore al vertice della società era certo delle informazioni ricevute e della combine da suggerire a Scarnà.

 

LA PRESUNTA COMPLICITA’ DELLA LEGA CALCIO

 

“Fai una chiamata in Lega”. “E vedi se riesci a farmi dare una giornata”. A scrivere questi sms è il giocatore Andrea Ulizio che, a seguito della squalifica rimediata dopo la combine Cremonese-Pro Patria, si rivolge al padre Mauro perché gli faccia avere la punizione meno severa possibile. E proprio dallo scambio di messaggi e conversazioni riferite a questa specifica vicenda emerge il riferimento ad un membro della Lega che sarebbe immischiato negli accodi fraudolenti, in un’indagine quella di Dyrti soccer che è tutt’altro che conclusa, come gli stessi inquirenti hanno rivelato nel corso della conferenza stampa.

“Nei giorni della combine – scrive il pm Elio Romano – Mauro Ulizio (padre del giocatore Andrea,) riusciva a trarre massima soddisfazione impiegando tutta la rete di conoscenza di cui poteva disporre, sfruttando anche le sue amicizie negli uffici della Lega per alleggerire la squalifica che il figlio Andrea si era procurato con dolo e per denaro per procurare la sconfitta della sua squadra. Era Andrea Ulizio a sollecitare il padre, il giorno seguente la combine, perché intervenisse su chi di dovere per ottenere che la squalifica inflittagli sul campo della Cremonese non fosse superiore ad una giornata di campionato”.

 

Le big calabresi coinvolte

 

Catanzaro, Crotone e Vigor Lamezia. Sono le tre società professionistiche calabresi coinvolte nell’inchiesta “Calcio sporco”. Le partite sospette si concentrano in particolare sulle gare Crotone-Catania (Serie B), Barletta-Catanzaro (Lega Pro), Vigor Lamezia-Barletta (Lega Pro), Vigor Lamezia-Paganese. Si tratta di incontri disputatisi tra il 2014 e il 2015. Partite combinate o delle quali si sarebbe deciso a tavolino il risultato, anche allo scopo di alimentare gli affari nel calcio scommesse. Le perquisizioni, della polizia, all’epoca dei fatta, non hanno risparmiato le sedi della società pitagorica, delle aquile giallorosse e soprattutto della Vigor Lamezia, che dopo l’arresto del dirigente Franco Perri, nell’ambito della maxioperazione “Andromeda” per associazione mafiosa, incassa anche il fermo del direttore sportivo, appena riconfermato dal sodalizio guidato dal presidente Arpaia, Fabrizio Maglia.

 

Le frodi in Serie D

 

Pietro Iannazzo, l’ex dirigente della Vigor Lamezia divenuto poi consulente di mercato di altre società, il patron del Neapolis Mugnano Mario Moxedano, quindi Antonio Cipparrone, direttore sportivo del sodalizio campano. I tre – secondo le accuse formulate dal pm antimafia di Catanzaro Elio Romano sarebbero stati al vertice della presunta cricca che avrebbe pilotato i risultati della Serie D spianando così la strada allo stesso Neapolis. Coinvolte, nella maxi nchiesta, che registra anche la contestazione dell’aggravante mafiosa alla frode sportiva e alla truffa, due società calabresi, quella del Montalto e dell’ Hinterreggio. Le combine ordite dalla cricca e sulle quali si sarebbe poi speculato sul calcio scommesse avrebbero riguardato, per ciò che attiene le formazioni calabresi del campionato dilettanti, le partite Hinterreggio-Neapolis, Sorrento-Montalto, Neapolis-Montalto, Montalto-Frattese. L’aggravante mafiosa viene contestata in quanto frodi sportive e truffe avrebbero agevolato e rafforzato l’influenza del clan Iannazzo operativo a Sambiase. Un'inchiesta che ha colpito però tutte le truffe nelle combine da Nord a Sud senza esclusione di colpi, mentre l'incidente probatorio chiesto e ottenuto per alcuni indagati e che servirà a cristallizzare le prove in un futuro dibattimento è previsto 11 marzo prossimo.

 

I nomi degli indagati:

 

1. Ciccarone Antonio
2. Moxedano Mario
3. Caserta Fabio
4. Logiudice Pasquale
5. Ruga Mauro
6. Molino Francesco
7. Somma Paolo
8. Palermo Antonio
9. Moxedano Raffaele
10. Izzo Pasquale
11. Marzocchi Emanuele
12. Astarita Salvatore
13. Pignatta Luciano Ariel
14. Ciccarone Vinicio
15. Daleno Savino
16. Carotenuto William
17. Flora Antonio
18. Flora Giorgio
19. Di Nicola Ercole
20. Sampino Giuseppe
21. Di Lauro Fabio
22. Capitani Domenico
23. Costantino Francesco Massimo
24. Ciardi Daniele
25. Garaffoni Mirko
26. Guidone Marco
27. Obeng Francis
28. Traorè Mohamed Lamine
29. Ridolfi Giacomo
30. Solidoro Massimiliano
31. Ulizio Mauro
32. Carluccio Massimiliano
33. Solazzo Marcello
34. Ulizio Andrea
35. Timosenco Ala
36. Aruci Erikson
37. Gerolino Adolfo
38. Melillo Vincenzo
39. Tosi Marco
40. Benini Stefano
41. Scarnà Alberto
42. Pietanza Raffaele
43. De Palma Diego
44. Poggi Raffaele
45. Lippi Claudio
46. Annis Gimmi
47. Nerkjaklj Edmond
48. Ascari Eugenio
49. Bagnoli Andrea
50. Corda Ninni
51. Maglia Fabrizio
52. Ortoli Armando
53. Bellini Felice
54. La Ferla Sebastiano
55. Arpaia Claudio
56. Perpignano Giuseppe
57. Campitelli Luciano
58. Di Giuseppe Marcello
59. Barghigiani Marco
60. Pesce Giuliano
61. Matteini Davide
62. Petrucci Riccardo
63. Calidonna Salvatore
64. Mazzei Antonio
65. Piemontese Francesco Sergio
66. Galantucci Alessio
67. Balde Abdoulaye
68. Iannazzo Pietro
69. Piraino Daniele
70. Morisco Vito
71. Nucifora Vincenzo
72. Malvisi Enrico
73. Di Napoli Arturo
74. Pagniello Maurizio Antonio
75. Condò Luigi
76. Giampa Domenico
77. Casapulla Salvatore
78. D’Eboli Cosimo
79. Favia Adriano
80. Cianciolo Giuseppe
81. Romeo Alessandro
82. Falconieri Vito
83. Nardi Michele
84. Djordjevic Tanja

 

Gabriella Passariello