Cittadino del mondo, ma pur sempre figlio della sua terra. Egor Tropeano è tornato nella sua Mendicino, in provincia di Cosenza, per festeggiare il titolo di campione del mondo nei 100m rana in acque gelide, conquistato a Molveno in Trentino Alto-Adige. A consegnargli il meritato riconoscimento l’assessore comunale Albino Mosciaro e il sindaco Irma Bucarelli.
Un traguardo straordinario e per certi versi inaspettato, che arriva in una specialità mai sperimentata prima: «L’anno intenso di allenamenti è servito a qualcosa (ride, ndr). È vero, non è la mia distanza e in acque gelide il livello di difficoltà si moltiplica all’ennesima potenza, sia per la temperatura dell’acqua – che deve essere inferiore ai cinque gradi – sia perché non ci sono tuffi e subacquee, dunque è tutta parte nuotata. Non sapevo cosa aspettarmi a Molveno, la concorrenza (specialmente di tedeschi e polacchi) era agguerrita e c’erano tanti ragazzi molto più giovani di me (Tropeano ha 32 anni, ndr), ma ci siamo tuffati ed è uscito un bellissimo risultato. Un risultato che mi inorgoglisce e che ho voluto dedicare anche agli altri ragazzi della spedizione italiana: sono stato l’unico a conquistare la medaglia d’oro e a far suonare il nostro inno, ma lo considero un traguardo condiviso perché conosco bene i sacrifici e gli sforzi dell’intera macchina organizzativa e degli altri ragazzi».

Un successo sorprendente, in una disciplina non propriamente mediterranea: «È una bella sensazione festeggiare a casa mia una vittoria in uno sport atipico nelle nostre zone. È uno sport praticato perlopiù da atleti del Nord Europa, degli Stati Uniti o della Nuova Zelanda. Eravamo, infatti, solo in due dal Sud Italia: io e un altro ragazzo di Napoli, che fa parte della nazionale italiana di nuoto di fondo. Questa per me, che provengo da un Paese caldo e mi alleno in un Paese altrettanto caldo (la Turchia), è una soddisfazione ulteriore».

È stato proprio in Turchia – sotto la spinta della sua compagna Bengisu Avci (di origine turche, appunto) – che Tropeano ha tentato la fortuna nel nuoto in acque gelide: «Inizialmente sembrava una pazzia, anche perché sono un tipo molto freddoloso. Però poi ho provato e mi è piaciuto». Un risultato frutto del duro allenamento, in cui però anche il fattore genetico ha giocato un ruolo determinante.
Curioso, in tal senso, il retroscena della mamma (di origine russa) dell’ice swimmer calabrese: «Il nonno di Egor da giovane nuotava nel Volga, a temperature bassissime come potete immaginare». Un legame, quello con la Russia, testimoniato anche dal nome. Egor è l’equivalente russo di Giorgio, che dal punto di vista etimologico corrisponde a “figlio della terra” (e dell’acqua, nel suo caso).
Ed è proprio alla sua terra natìa che Tropeano vuole lanciare un messaggio: «Io ho vissuto qui fino a 22 anni, ho studiato e mi sono laureato all’Università della Calabria, ma penso che il sistema educativo e culturale italiano sia molto indietro rispetto a quello di altri Paesi, nonostante qualche tentativo per cambiare la rotta. Non si comprende l’importanza dello sport, gli atleti non vengono protetti e bisogna fare tanti sacrifici per emergere. In Turchia, a Smirne in particolare, all’interno della stessa università c’è un vero e proprio polo sportivo. È in questo modo che si incentiva l’attività motoria, altrimenti i ragazzi sono costretti a fare delle scelte. In Italia sembra difficile poter praticare lo sport, quando invece dovrebbe un diritto di tutti».
Una raccomandazione, infine, anche a Mendicino e ai mendicinesi: «In questi giorni, tornando qui, ho approfittato per andare a correre più volte, ma mi ha rattristato notare poche persone fare lo stesso. L'attività fisica, anche non agonistica, è fondamentale per il benessere. Tra l’altro qui a Mendicino c’è anche una palestra con il preparatissimo maestro di kickboxing Danilo Bruno: quando sono qui ne approfitto e vado ad allenarmi. Lo sport non solo fa bene alla salute, ma ci tiene anche lontani dalle cattive strade».