L’allenatore dei Lupi ha conquistato l’esigente piazza rossoblù a suon di risultati e con l’umiltà di chi non aveva mai lavorato al sud prima d’ora
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Marco Zaffaroni ha conquistato tutti. Arrivato in silenzio in un momento dove in giro c’erano solo le macerie della passata stagione, ha ricostruito innanzitutto lo spogliatoio. Il suo discorso di presentazione viaggiò in un’unica direzione: puntò sull’aspetto motivazionale e comportamentale. Disse a tutti di non sbagliare negli atteggiamenti. Reputa, infatti, che il rispetto verso lo staff tecnico e quello tra calciatori stessi sia alla base di ogni successo professionale nel calcio. Pronunciò queste parole il primo giorno per non ripeterle più.
Zaffaroni, esordiente per modo di dire
Il Cosenza si è catapultato nella parte sinistra della classifica ed è oggi la sorpresa del campionato. Nel sondaggio lanciato ieri durante la trasmissione TuttiGol ha vinto per distacco il confronto con Aglietti e Modesto. Se il tecnico della Reggina sta rispettando i pronostici della vigilia e quello del Crotone no, Zaffaroni è andato decisamente oltre. Ha conquistato una piazza dal palato fine con modi di fare eleganti e signorili. Poi, certo, aver fatto meglio di chiunque altro una volta chiuso il calciomercato ha aiutato tanto nella simbiosi. E non si dimentichi una cosa. In Serie B è un esordiente come il collega che ha sconfitto sabato pomeriggio, mentre in riva allo Stretto siede l’allenatore con più panchine tra i cadetti. Sono dettagli che contano e non vanno ignorati.
Zaffaroni: benvenuto al Sud
Zaffaroni è un gigante di un metro e novanta che in cristalleria si muove con delicatezza. Fosse per lui farebbe a meno delle conferenze stampa, ma rispetta chi svolge le proprie mansioni e risponde ad ogni tipo di domanda. Si è concesso una pizza in città, per la prima volta, dopo la vittoria nel derby e, inevitabilmente, è stato preso d’assalto per selfie e strette di mano. In una recente intervista concessa in esclusiva al nostro network, aveva ammesso di non aver ancora avuto modo di visitare la città. Appena lo farà non passerà inosservato. È la bellezza di lavorare al sud, cosa che non aveva mai fatto da quando siede in panchina.
Zaffaroni e la sigaretta
Vinto il derby ha lasciato le luci dei riflettori ai suoi ragazzi. Si è fiondato negli spogliatoi non partecipando al delirio collettivo che intanto si era scatenato al Marulla. Probabilmente sarà corso ad accendersi una sigaretta, compagna di viaggio in ogni sua avventura. Fumatore definito incallito dai suoi ex calciatori, Zaffaroni è uno che la gavetta l’ha fatta. Folgore Verano, Folgore Caratese, Caronnese. Poi Monza prima dell’avvento di Berlusconi e Galliani e, infine, l’Albinoleffe. In due anni (un anno e mezzo in realtà visto il covid) ha conquistato due volte i play-off di Serie C, sfiorando l’impresa quattro mesi fa. Sabato tornerà ad Alessandria dove pensava di aver perso il treno della Serie B, ma non ci sono cerchi da chiudere. Allena il Cosenza ed ha un’armata pronta a combattere per lui, dentro e fuori dal campo.