Pierpaolo Bisoli è ciò che si dice un hombre del partido. Un trascinatore, uno che sopperisce col carattere alle carenze tecniche. Lo faceva da calciatore in Serie A, lo fa oggi da allenatore con le sue squadre che deve condurre alla salvezza. A Cosenza si è presentando giurando sui figli che avrebbe portato i Lupi a giocarsi la salvezza all’atto finale della stagione, ci è riuscito. Lo ha fatto tra alti e bassi, tra momenti entusiasmanti e altri di sconforto totale.

A Vicenza ha chiesto di indossare gli elmetti, lo fece già Gianni Di Marzio prima di una trasferta a Salerno. All’epoca segnò Padovano, giovedì aspetta i gol di Larrivey. O di Zilli, perché Pierpaolo Bisoli non ha bisogno di guardare la carta di identità. Se un calciatore è bravo, lo butta in campo. Così la linea verde dei Lupi ha trionfato con il novello goleador e con Florenzi, l’icona della riscossa rossoblù. Diretto, sorridente, amante del confronto, non si è mai accomodato in panchina. La nostra intervista esclusiva: