Il ds usa la parola «stupire». Il tecnico torna su un’esultanza di un derby con la Reggina del ‘97: «Era rivolta a Scoglio, non certo ai rossoblù»
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Il direttore sportivo Roberto Gemmi e il tecnico Davide Dionigi si sono accomodati fianco a fianco nella sala stampa dello stadio Marulla di Cosenza. Saranno loro i protagonisti della nuova stagione dei Lupi: il primo dietro la scrivania, il secondo in panchina. Assente, come avvenne ad agosto dell’anno scorso con Goretti e Zaffaroni, il presidente Eugenio Guarascio.
Gemmi e la scelta Dionigi
«Davide è il nostro allenatore grazie al suo essere propositivo, ma ci sono tante motivazioni che mi hanno spinto a virare su di lui - ha spiegato il ds -. Nei vari colloqui avuti ho colto in lui la mia stessa determinazione ed il resto è venuto da sé. Il mio piano era semplice: discutere con dei tecnici, ma dovevano essere loro a convincere me. Se qualcuno deve venire in Calabria per fare un favore al sottoscritto, preferisco affrontarlo da avversario».
Gemmi ha spiegato come intende operare, ha evidenziato che non cercherà alibi e che non cercherà di convincere nessuno a sposare la causa dei Lupi. Poi ha usato un verbo che, come egli stesso ha precisato, può significare tutto e niente. «A me non piace parlare di salvezza - ha detto - È una diminutio. Noi vogliamo stupire lavorando duro, pur sapendo che non è facile. Ci aspetta un torneo difficile dove ci saranno momenti complicati. Dobbiamo continuare a viaggiare sulla cresta dell’onda delle ultime partite. Quel clima è stato uno spot pubblicitario, cercando con i risultati di alimentare questa grande passione».
Poi la questione del budget. «È un discorso relativo. Quando un professionista firma, conosce il quadro societario. Poi non deve lamentarsi perché si entra nel campo degli alibi. Il mio sarà eliminarli completamente a me in primis, poi a mister e calciatori. Il budget sarà superiore considerato il campionato, ma se si andrà male sarà colpa di chi opero».
Dionigi e quell’aeroplanino a Scoglio
«Mi piacerebbe - ha detto Dionigi - far conoscere prima l’uomo Davide. Arrivo in punta di piedi. Con un’umiltà che spero possiate conoscere nel tempo. In una terra, che mi ha dato tanto e dalla quale spero di poter ricevere ancora molto». Sarà in fatti il primo tecnico della storia ad essersi accomodato sulle panchine di Cosenza, Catanzaro e Reggina.
Poi le precisazioni a margine degli ultimi giorni abbastanza tumultuosi vissuti sui social. Il riferimento è ad un Reggina-Cosenza ’96-’97- «La mia esultanza con l’aeroplanino fu contro l’allora trainer dei Lupi, il compianto Franco Scoglio. Mi allenò nel Torino. Era un innovatore del calcio. Ma quell’anno non giocavo mai. Avevo davanti i vari Rizzitelli, Hakan Sukur, Abedì Pelè. I giovani li vedeva poco. Capita che vado a giocare a Reggio Calabria l’anno dopo, c’è il rigore e faccio gol. L’esultanza fu di rivincita verso il professore, non certo verso Cosenza».
«Il mio secondo sarà Lorenzo Sibilano, il match analyst è giapponese: Hiroshi Komatsuzaki. Chiamiamolo Iro perché il suo nome è molto difficile – scherza Dionigi -. Stiamo valutando su preparatore atletico e quello dei portieri. In passato sono stato tante volte accostato al Cosenza. La scelta dello scorso anno di non venire? In passato sono sempre subentrato. A volte è andata bene ed altra male. La mia priorità dopo Brescia era quella di iniziare dall’inizio dell’anno il mio lavoro. In quel periodo non solo il Cosenza mi ha contattato ma anche altre squadre. Ho detto a tutti no per questo motivo. Il mio contratto con il Brescia non era facile scioglierlo. Ci dovevano essere precise condizioni».