Avrebbe voluto far parte di questa nuova avventura con la squadra della sua città, ma le cose sono andate diversamente. Francesco Corapi e il Catanzaro hanno vissuto una bella storia che si è interrotta la scorsa estate e nel corso della trasmissione odierna “Zona D” su LacTv, l’ex capitano giallorosso ha spiegato i motivi per cui non indossa più la maglia delle aquile.

L’infortunio e l’intervento

Francesco Corapi è partito dall’infortunio subito a febbraio. Racconta di essere andato ugualmente avanti «con delle infiltrazioni per continuare a giocare con il Catanzaro, finché la situazione non è peggiorata. Allora si è preferito ricorrere all’intervento chirurgico che mi avrebbe dovuto consentire di disputare i play off. Ma sarebbe servito più tempo ed io mi sono fatto male di nuovo».

Le scelte del Catanzaro

Il centrocampista si è operato a giugno e racconta che in estate le scelte del Catanzaro sono andate in tutt’altra direzione rispetto a quanto da lui auspicato. E non ha nascosto di esserci «rimasto male», perché «ho dato tutto per quella maglia, ma mi è stata fatta una proposta che non mi è piaciuta». Ed aggiunge: «Io so bene che mi sarei ripreso dall’intervento, ma avevo anche proposto al Catanzaro che, qualora non mi fossi rimesso in sesto totalmente, allora sarei stato disposto a rescindere il contratto». Ma questo «non è stato accettato». Allora «per quanto mi riguarda ho compreso che non c’era l’intenzione di volermi tenere. Forse si temeva che non sarei riuscito a riprendermi pienamente».

La chiamata e la fiducia del Lamezia Terme

Chiusa l’avventura con le aquile «fortunatamente è arrivata la chiamata del presidente Saladini e del direttore sportivo Mazzei, i quali hanno avuto fiducia in me, guardando prima al lato umano e poi a quello calcistico. Sono arrivato ad agosto in piena convalescenza eppure mi hanno accolto a braccia aperte. Sapevano che non ci sarebbero stati problemi e che, nel momento in cui non fossi guarito, non avrei avuto remore a stracciare il contratto». Invece «hanno avuto ragione loro, perché mi sono ripreso al cento per cento».