Questi colori fanno parte della sua vita da tanto tempo ormai. A diciassette anni giocava e segnava in Promozione con la maglia del Bocale, club con il quale ha poi chiuso la carriera da calciatore, dopo varie esperienze altrove, per un totale di 14 stagioni in biancorosso, con circa trecento partite e un centinaio di reti. Successivamente Cosimo Saviano, in una nuova veste, è entrato nuovamente nella storia del Bocale, perché da allenatore ha iscritto il proprio nome nell’Albo d’oro della Coppa Italia Dilettanti, trofeo alzato al cielo a Locri, dopo aver piegato il Sambiase ai calci di rigore. Il modo migliore per chiudere il 2023 da parte di una formazione in grado di sovvertire ogni pronostico.

«Abbiamo giocato alla pari con il Sambiase – spiega Cosimo Saviano – la squadra più forte del campionato. Ai punti avremmo meritato qualcosa in più, ma è stato giusto essere andati ai rigori che, si sa, sono una lotteria e qui subentra la componente fortuna. Per noi, per il nostro orgoglio, è stato importante aver terminato i 120 minuti senza perdere. Poi ai tiri dal dischetto la sorte ci ha sorriso e abbiamo portato a casa un trofeo storico, per una impresa straordinaria. Confesso che ancora non ho ben realizzato cosa siamo stati in grado di fare con i ragazzi».

Bocale quest’anno sicuramente più competitivo, anche perché sono cambiate le ambizioni e i progetti della dirigenza reggina. «Vincere la coppa per la prima volta è qualcosa di indescrivibile – aggiunge Cosimo Saviano – e qui i meriti sono anzitutto della società. Se non fosse stato per gli investimenti del club e per gli sforzi sostenuti dai dirigenti, sicuramente, non saremmo arrivati fin qui. Poi mi preme ringraziare tutti i ragazzi e il mio staff, composto da gente dedita al lavoro. È una soddisfazione che va condivisa fra tutti noi e che ci siamo meritati di ottenere». Una vittoria simile, che sa di storia, merita quindi una dedica finale. «Il pensiero va alla mia famiglia e in particolare a mia madre, che mi tempesta sempre di telefonate in ogni gara che faccio. Lei si emoziona più di me, ma anche io devo dire di essermi molto emozionato con i ragazzi, trattenendo a stento le lacrime».