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Chissà quante volte si sarà rivolto ai suoi ragazzi, ricordando loro che un giocatore «lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia». Probabilmente tante. Così come molte saranno state le volte in cui le giocate provate in allenamento e riuscite durante le partite, hanno oltrepassato quel confine che separa il calcio dalla poesia. Ma la storia recente di Sandro Cotronei, purtroppo, non è di quelle che i romanzieri del pallone definirebbero “da libro cuore”. No, perché quella sua passione verso il rettangolo verde e i suoi ragazzi ha dovuto cedere il passo davanti a chi, a suo dire, non gli ha consentito di svolgere quel lavoro per cui era stato chiamato.
Indebite ingerenze?
Cotronei, fino a pochi giorni fa, ha allenato gli allievi regionali élite della Villese Calcio, società che rappresenta il mondo del pallone a Villa San Giovanni, con la prima squadra che milita nel campionato di Promozione. Poi, dopo appena tre gare, la decisione irrevocabile: «Mi dimetto, vado via!». Colpa di risultati poco soddisfacenti? No, per niente. Contrasti insanabili con i suoi calciatori? Nemmeno a parlarne. Lite con i vertici della società? Pare proprio di no. Ed allora? Tutto nasce dalla gestione «autoritaria e indiscutibile – scrive Cotronei nella sua lettera d’addio – di due delegati dalla società a gestire il settore giovanile». Il mister fa nomi e cognomi: Giuseppe Barillà e Salvatore Ripepi. Parla di «interferenze nell’operato tecnico», Sandro Cotronei. Le sue parole trasudano rabbia. Non solo i due delegati lo incontravano privatamente criticando il suo operato (e fin qui nulla di strano), ma intervenivano anche rivolgendosi alla squadra. Si mostravano i veri allenatori, insomma. Il risultato? Per Cotronei è che sia durante gli allenamenti, che le partite ufficiali, nei ragazzi veniva ingenerata una confusione totale, «sminuendo ai loro occhi la mia figura».
«Puoi stare a casa»
L’ex allenatore degli allievi della Villese racconta l’ultima scorrettezza che sarebbe stata perpetrata ai suoi danni. Dopo un’animata discussione, al termine dell’allenamento di rifinitura di venerdì 20 ottobre, Cotronei prova a fare valere le sue ragioni. In fondo, è lui l’allenatore ufficiale. Per tutta risposta, il “duo” di delegati lo invita a «rimanere definitivamente a casa». Il giorno successivo il mister viene esortato, per telefono, ad astenersi dal presentarsi alla partita di domenica 22, contro la Vigor Catanzaro, rimandandolo ad un confronto con la società da tenersi il martedì successivo.
Il tandem «non tesserato»
Ed arriviamo al nocciolo della questione. Cotronei lo affronta nel suo sfogo consegnato alla stampa. Cosa accadeva durante le partite ufficiali? Fuori dal campo Barillà e Ripepi «davano a gran voce, ai ragazzi, suggerimenti, sia individuali che collettivi, di tecniche e tattiche di gioco, che contrastavano con le indizioni che il sottoscritto, in campo, aveva appena dato». Ma è ciò che viene messo fra parentesi a farsi interessante. A giudizio del trainer degli allievi, infatti, i due non avevano diritto a stare in campo «non essendo ancora tesserati ad alcun titolo nei quadri tecnici della società». Parole che pesano quelle di Cotronei. Noi abbiamo controllato la pagina facebook ufficiale della società, dove Salvatore Ripepi, il 7 agosto scorso, viene indicato come mister degli allievi élite, tanto da essere l’uomo di riferimento per il raduno. Cosa sia successo successivamente non è dato saperlo, ma di sicuro Cotronei ha assunto la guida della squadra almeno per qualche mese, fino a pochi giorni fa.
La replica della società: «Accuse infondate»
Alle parole di Cotronei, a distanza di quattro giorni, giunge una replica della società. «Arrivano a mezzo stampa e non con una comunicazione né con un confronto con la società – scrivono dalla Villese – le dimissioni dell’allenatore degli allievi élite Sandro Cotronei: la Villese Calcio ha appreso con grande rammarico quanto diffuso da Cotronei, constatando l’assoluta infondatezza dei contenuti, dai quali si dissocia in maniera netta. La società è altresì contrariata perché le addotte motivazioni alle dimissioni gettano ombre sulla credibilità e sul buon nome della Villese, la cui dirigenza con grandi sacrifici economici e organizzativi sta portando lustro e prestigio alla Villa calcistica. Del resto il signor Cotronei ha rassegnato le proprie dimissioni di sua iniziativa e senza alcuna sfiducia da parte della società, rifiutando qualsiasi tipo di confronto costruttivo». E circa le due persone citate da Cotronei come “non ufficialmente tesserate”? «La Società, convinta del progetto sportivo programmato ad inizio stagione, conferma la piena fiducia ai tecnici Giuseppe Barillà e Salvatore Ripepi, ritenendoli competenti e qualificati, esperti operatori del mondo del calcio da tantissimi anni, prima da calciatori e poi da tecnici, e stimandoli sia dal punto di vista umano che sportivo». Insomma, Barillà e Tripepi erano legittimati o meno ad intervenire su Cotronei?
Chi decide nella Villese?
Appurate le accuse e la successiva replica, l’interrogativo è d’obbligo: cosa succede nella Villese Calcio? Possibile che la società affidi a due persone non tesserate il compito di “commissariare” un allenatore, con simili metodi? Chi detiene il potere di decidere? Nessuno ha sentito la necessità di chiarire per tempo una situazione, che obiettivamente – lo dice la stessa Villese – getta ombre sulla credibilità societaria? La Villese, fra l’altro, calcisticamente vanta una solida tradizione. Fondata nel 1945 e poi risorta nel 1960, trova una seconda giovinezza nel 2010. Ne assume la presidenza Egidio La Valle, fratello di Rocco La Valle che, proprio nel 2010, diventa primo cittadino di Villa San Giovani. Ed è la “EcoFal”, società della famiglia La Valle, a fare da main sponsor sulle maglie della Villese. Tuttavia, in questo frangente il calcio occupa probabilmente un posto secondario per il patron. Il recente arresto dell’ex sindaco, Rocco La Valle, nell’inchiesta “Metauros”, con accuse assai pesanti di estorsione aggravata al fine di favorire la cosca Piromalli di Gioia Tauro, rappresenta una grana pesantissima che toglie sicuramente energie ed attenzioni al mondo del pallone. Così come la vicenda Cotronei, al netto delle responsabilità, toglie al calcio quella poesia che dovrebbe accompagnarlo sempre, specie nei settori giovanili.
Consolato Minniti