Alla vigilia di un consiglio comunale strategico Catanzaro si interroga ogni giorno se sia meglio investire ancora quattrini sul vecchio ma glorioso Nicola Ceravolo o se piuttosto sia ora di voltare pagina progettando una struttura nuova in altra zona cittadina.

I pareri dividono praticamente a metà non solo tifosi ma anche semplici cittadini, coinvolti politicamente dalle scelte che si andranno a fare. Nell'assise convocata per venerdì 14 i consiglieri sono chiamati ad approvare il bilancio che deve recepire lo stanziamento dei primi 3 milioni di euro stanziati dalla Regione per lo garantire l'adeguamento dello stadio di Catanzaro al prossimo campionato di serie B, categoria che la squadra ha meritatamente conquistato a suon di record.

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Poi la Cittadella effettuerà un secondo stanziamento di 6 milioni che gli amministratori del capoluogo dovranno decidere se far convergere sull'impianto di via Paglia, incastonato tra Tribunale e carcere minorile e le case del quartiere; oppure su una nuova struttura la cui allocazione ed i cui costi sono tuttavia tutti da verificare. Ecco allora le due correnti di pensiero che si sono create: la prima, romantica e tradizionalista, punta a conservare migliorandolo il Nicola Ceravolo. Teatro di varie promozioni e campionati di serie A giallorossi, con le prime sfide assolute in Calabria alle squadre più blasonate (come l'epica vittoria sulla Juventus con gol di Mammì), lo stadio di Catanzaro è l'emblema stesso della storia calcistica cittadina e può essere migliorato con il previsto avvicinamento delle due curve al terreno di gioco e reso più accessibile con un sistema di trasporti pubblici e di parcheggi adeguati; e con la costruzione di una bretella stradale che favorisca accesso e deflusso delle tifoserie ospiti senza passare come avviene oggi fra i palazzi di Pontepiccolo.

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L'altra tesi fa propendere tanti altri tifosi per la costruzione di un nuovo impianto, moderno, sicuro e facilmente accessibile. Non fuori città, come pure il presidente Merlo del miglior Catanzaro di sempre aveva ipotizzato nella piana di Lamezia Terme, ma in uno dei quartieri a valle tra le pianure di Germaneto e quelle di Barone. Uno stadio funzionale capace di essere utilizzato anche d'estate con i grandi concerti e show musicali ed il cui costo veda una compartecipazione pubblico-privato. Difficile dire come andrà a finire. Di sicuro occorrerà fare una scelta e perseguirla nel migliore dei modi per il bene della collettività.

 I tempi sono cambiati, la tecnologia offre partite sui tanti supporti, digitali, satellitari ed in streaming e l'appeal dello stadio - per quanto smisurato in tutta la regione sia l'amore per la squadra di calcio catanzarese - non è più quello dei trentamila stipati sulle vecchie gradinate dell'esordio assoluto contro l'Inter del 17 ottobre '71. Un Ceravolo da 22 mila posti comodi o un nuovo impianto da 25mila al massimo potranno essere più che sufficienti. La città che aprì le porte della Calabria al calcio che conta merita un 'teatro' degne di nuove entusiasmanti rappresentazioni.