Il club non ha depositato entro i termini previsti dal regolamento il giudizio della società di revisione sulla situazione patrimoniale intermedia al 30 settembre 2022
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Il giorno in cui il Cosenza Calcio festeggia i 109 anni di storia, arriva la notizia che il club e il presidente Eugenio Guarascio sono stati costretti a trovare un accordo con la Figc. Il tutto per non incappare nella scure della Covisoc ed evitare di conseguenza guai ben peggiori della multa che il patron dovrà corrispondere entro trenta giorni.
Cosenza, mancava un documento per la Covisoc
I fatti risalgono a fine 2022. La Procura Federale aveva avviato e concluso delle indagini a carico di Guarascio e del Cosenza Calcio «per una violazione dei doveri di lealtà, probità e correttezza, vale a dire per il mancato deposito alla Covisoc, entro il termine del 30 novembre 2022, della relazione contenente il giudizio della società di revisione sulla situazione patrimoniale intermedia al 30 settembre 2022».
Il primo è stato interessato perché presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante pro tempore della società. La seconda invece per responsabilità diretta, in quanto società alla quale apparteneva il soggetto avvisato al momento della commissione dei fatti e, comunque, nei cui confronti o interesse era espletata l’attività sopra contestata, nonché per responsabilità propria ai sensi delle NOIF.
Il “patteggiamento”
Come evidenziato, è stato lo stesso Eugenio Guarascio a richiedere l’applicazione della sanzione ex art. 126 del Codice di Giustizia Sportiva. Considerato che il presidente federale Gabriele Gravina non ha formulato osservazioni in ordine all’accordo raggiunto dalle parti relativo all’applicazione della sanzione, questa è stata ufficialmente comminata. L’ammontare è di 13mila euro in totale: 3mila per il numero uno del club, 10mila per il sodalizio.
La contestazione della piazza
A prescindere dalla multa, non era mai successo nella pluricentenaria storia del calcio a Cosenza che per quattro partite casalinghe consecutive le frange calde del tifo disertassero gli spalti del San Vito-Gigi Marulla. La presa di posizione è talmente netta che si fatica a capire come sia possibile non prenderne atto. Perfino il sindaco Caruso, dopo un tentativo di far accomodare presidente e rappresentanti degli ultrà allo stesso tavolo, ha deciso di seguire da lontano l’evolversi della situazione.
Il calcio giocato è passato in secondo piano, l’aspetto ambientale tiene banco in città e nei settori ospiti dello Stivale. Perché quelli si riempiono e vanno sold-out in due giorni. Come a Como, dove tutti i biglietti disponibili sono stati polverizzati dai supporter dei Lupi. Si tifa e si contesta, il leitmotiv fino a fine stagione sarà questo. Perché una cosa in 109 anni di storia non è mai venuta meno: la passione e l’attaccamento.