La grande attrice ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera che l'ha vista lavorare con registi del calibro, tra gli altri, di Ettore Scola e Bernardo Bertolucci
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«Questo festival è molto importante per il cinema. Sono davvero felice di ricevere questo premio che rappresenta una colonna. Rispetto a chi mi definisce ‘un monumento’, io mi sento più così: una colonna». Una vita per il cinema tra aneddoti, attori, registi e film indimenticabili. In 61 anni di carriera - per cui il Magna Graecia Film Festival la omaggia della Colonna d’oro realizzata da Michele Affidato - Stefania Sandrelli non ha mai perso spontaneità e stupore, come quello che irrompe sul palco dell’Arena, nel quartiere marinaro, mentre viene intervistata dal giornalista Fabrizio Corallo.
Una masterclass con una protagonista d’eccezione, per una nuova pagina degli incontri e dei talk realizzati con il sostegno della Calabria Film Commission. E proprio il Commissario straordinario della Film Commission, Anton Giulio Grande, ha consegnato il premio all’attrice, che si è complimentata con lui, per la sua carriera - ricordando di averlo conosciuto nel mondo della moda, essendo tra gli stilisti haute couture più apprezzati - e per il suo nuovo ruolo.
«Stefania Sandrelli - ha dichiarato Anton Giulio Grande, al termine della premiazione - è una delle più belle interpreti del cinema italiano, una icona di bellezza, che ha lavorato con i più grandi autori italiani. La sua presenza alle Masteclass sostenute dalla Film Commission rappresenta un momento alto, un modo per presentare al grande pubblico un segmento del nostro cinema apprezzato in tutto il mondo».
Ed è stata una masterclass intensa, un incontro che ha attraversato le tappe di una importante carriera. Dal primo provino con Pietro Germi, quando arrivò a Roma da Viareggio accompagnata dal fratello, per essere scelta per “Divorzio all’italiana”, all’esperienza da regista in “Christine Cristina” (film del 2010, che racconta la storia di una donna italiana – interpretata da sua figlia Amanda - cresciuta alla corte di Carlo V di Francia e poi abbandonata al suo destino con i due figli dopo la morte del Re), da Bernardo Bertolucci all’indimenticabile Ettore Scola, alle esperienze televisive. Senza dimenticare Paolo Virzì, che Stefania Sandrelli (l’indimenticabile Anna Nigiotti, mamma di Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi ne “La prima cosa bella”) considera tra i registi più grandi con cui ha lavorato, ma anche del panorama cinematografico in generale.
«Mi sento familiare – dichiara l’attrice –, mi vedono da 60 anni, mi sento una parente di tutto il pubblico. Il bello del cinema è l’originalità, l’opportunità di rinnovarsi sempre. La magia del mio lavoro è data dal fatto di farlo insieme, il cinema non è arte di una sola persona – afferma - è una collaborazione. La lettura del copione ti fa dire di sì o di no ad un film, ma poi la differenza la fa il lavoro collettivo: un film è come uno spartito musicale, noi attori siamo strumenti e il regista direttore d’orchestra».
«Non ho avuto paura di fare personaggi un po’ patetici, anzi più diventano patetici, più mi stanno simpatici», sorride ancora Stefania Sandrelli, che prossimamente vedremo sul grande schermo in due film, tra cui un’opera prima a Venezia.