Giornalisti in trincea, uffici stampa agguerriti e una città in fibrillazione per la settimana più chiacchierata dell’anno
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Mancano pochi giorni all’11 febbraio, cioè all’inizio della kermesse che terrà tutta l’Italia incollata alla tv (almeno questo è ciò che spera la dirigenza Rai).
Nel frattempo giornalisti da tutta Italia sono in partenza verso Sanremo, con aerei, treni, macchine imballate di colleghi.
Tutti in coda per la settimana santa, ed è tutto uno scambio di integratori per riuscire a reggere. “Ce l’hai la vitamina B? In cambio ti do la K, così ci teniamo su”, e via dicendo. Tra di noi, ci si aiuta come si può.
Gli uffici stampa sono tutti posizionati in batteria, pronti a parare colpi, con gli scudi ben alzati. Abbiamo provato a telefonare agli addetti stampa che tutelano i nomi più in vista, da Fedez a Tony Effe a Achille Lauro. Ma il mantra è ‘non concede interviste e se le concederà parlerà solo di musica’. Certo, mangiate pure tranquilli. Sarà la fiera delle pretese assurde.
Inutile negarlo, questo si preannuncia il Festival più gossipparo della storia, perché di musica non sembra essercene molta. Di buoni testi sì, invece, come quelli di Brunori e di Cristicchi, per esempio. Ma non è un festival di Letteratura. Quindi, al momento, siamo perplessi.
Abbiamo già capito che sarà un litigio continuo per ottenere interviste di pochi minuti che gli uffici stampa sorveglieranno come falchi. È anche chiaro che noi giornalisti cercheremo di fare il nostro lavoro imbrigliati e ostacolati da tutti, come sempre. Fare domande sarà complicato e cercheranno di misurarci le parole, perché ‘occuparsi di gossip non è diverso dalla violenza sulle donne’, come ha detto di recente Achille Lauro. Ma costui dimentica che in Inghilterra, paese da molti considerato tra i più civili dell'epoca contemporanea, il gossip frutta milioni alle casse dello stato, crea lavoro, salva l’editoria. E come tale va rispettato. Ma siamo troppo bigotti per capirlo.
Sarà un Sanremo attento, in punta di piedi, dove i dirigenti pregano ogni santo che arrivi domenica 16 febbraio senza morti e feriti sul campo (ops, sul palco). La polemica la mettiamo in preventivo, ci sarà qualche piagnisteo woke e qualche testo edulcorato. Come quello di Fedez, che pare canterà una versione modificata di Bella Stronza di Masini, non quella originale. Perché si sa, certe frasi contenute in quel testo, nel 2025, scatenerebbero una nuova interrogazione parlamentare e nessuno qui vuole togliere attenzione a chi ci governa. Sia mai che sia dia alla macchia qualche altro criminale, con tanto di volo di stato.
Comunque la città di Sanremo è pronta, i camion della Rai hanno invaso la cittadina ligure, gli esercenti sono gasatissimi, gli albergatori hanno la bottiglia pronta da stappare sotto al tavolo della reception, i ristoratori sono pronti a venderci panini da 18 euro.
Gli unici ad essere un po’ perplessi siamo sempre noi giornalisti. E in questi giorni avremo altri nuovissimi motivi. nella prossima puntata, ve li spiegherò tutti. Pronti?