La penultima giornata del Magna Graecia Film Festival di Catanzaro all’insegna di un altro premio Oscar. Oggi, nel chiostro del Complesso San Giovanni, il ciclo di masterclass si chiude con il regista e sceneggiatore Paul Haggis. È l’occasione per ripercorrere dal vivo la carriera di un cineasta che, nel 2006, ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale di “Crash-contatto fisico”, attraversando anche il mondo della tv e del documentario.

La serata all’arena porto vede la proiezione dell’ultima opera prima in concorso: “Regina” di Alessandro Grande, presentata dallo stesso regista insieme agli attori Francesco Montanari e Ginevra Francesconi. In scaletta, tra gli extra, anche il backstage di “Donne di Calabria”, prodotto dalla Calabria Film Commission e Anele, e il trailer del corto “Tu come me” dei registi Maria Teresa Carpino e Roberto Orazi insieme a Francesco Bugamelli, presidente dell'associazione Pancrazio. Inoltre, un momento significativo dedicato alla ricerca scientifica contro il cancro in compagnia di Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il cancro; Giordano Beretta, presidente Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e Mauro Boldrini, direttore della comunicazione di Aiom.

Al Supercinema titoli di coda per la sezione delle opere internazionali, curata da Silvia Bizio, con la proiezione di “Due” di Filippo Meneghetti. L’evento sarà preceduto, alle 19, dall’incontro con il giornalista Francesco Paravati sul documentario “Obama dream”. Si chiude il sipario anche sul chiostro del Complesso San Giovanni con la doppia presentazione del documentario “In prima linea”, alla presenza dei registi Matteo Balsamo e Francesco Del Grosso, e di “Rughe” di Maurizio Paparazzo nell’ambito di “Sguardi di Calabria”.

La lunga settimana del Mgff arriverà al suo culmine domani, domenica 8 agosto, con l’abituale cerimonia di premiazioni. Nel pomeriggio, all’Hotel Perla del Porto, ci saranno ancora altri due incontri speciali: alle 18 con lo psicoterapeuta e scrittore Salvo Noè – che terrà una masterclass sull’espressività – e alle 19 con la giornalista Safiria Leccese che presenterà il suo libro “La ricchezza del bene”.

Gli eventi di ieri

La serata di ieri ha invece visto salire sul palco anche Jacopo Gubitosi del Giffoni Film Festival che, insieme a Gianvito Casadonte, ha annunciato un protocollo d'intesa che, a partire da settembre, legherà le due kermesse. Antonio Affidato ha premiato il regista britannico Peter Greenaway – accompagnato da Saskia Boddeke e protagonista di un’intensa masterclass al Supercinema - con il Magna Graecia Award.

Il Festival ha poi offerto uno dei suoi momenti più attesi: l’intervista di Giovanni Minoli a Paolo Bonolis. Giunto al Mgff per presentare il suo libro "Perché parlavo da solo", Bonolis ha risposto alle domande a tutto tondo di Minoli, mettendo insieme diversi aneddoti dalla carriera alla vita privata, dalla politica al calcio fino alla religione. Il presentatore ha giocato con il pubblico per circa un'ora di conversazione, per poi ricevere la Colonna d'oro assieme a Giovanni Minoli. A solcare il red carpet, prima della proiezione del film in concorso "Sul più bello", la regista Alice Filippi e gli attori Gaja Masciale e Jozef Gjura.

Gli Sguardi di Calabria al Complesso San Giovanni hanno invece regalato un focus sul borgo di San Floro, da dove parte la nuova via della seta grazie alla cooperativa “Nido di Seta” raccontata nel documentario, firmato Archimedia, di Vittore Ferrara (con lui Pino ed Enzo Iannì, Lorenzo e Jacopo Ferrara, Walter Attanasio e Pino Tamasco – le musiche sono di Antonio Intieri). Protagonisti Miriam Pugliese, Giovanna Bagnato e Domenico Vivino, che nel 2013 recuperano 5 ettari terra, 3mila gelsi e un museo della seta. «Puntiamo sulla multifunzionalità – racconta Domenico - agricoltura, ma anche artigianato e accoglienza».

Per la sezione doc, lo sceneggiatore e regista Luca Martera - tra i maggiori esperti italiani di archivi audiovisivi ed uso creativo di immagini di repertorio cine-televisivo – ha proposto un documentario dal vivo dedicato a cento anni di Calabria tra piccolo e grande schermo. «Il film è un punto di partenza per dire quello che non è detto dei calabresi, che ad esempio sono un popolo ironico e anarchico – dice Martera - quindi, temi e personaggi legati alla Calabria che nessuno ha avuto il coraggio di approfondire per questioni di opportunità politica».