Tre vittorie consecutive, quattro negli ultimi cinque anni. Non si può dire che Marta Donà non sia una manager di talento, ma la domanda che in molti si pongono è: è possibile vincere Sanremo con questa frequenza senza un aiuto “esterno”? Lei, classe 1983, laureata in Scienze della Comunicazione a Verona e con un passato come ufficio stampa Sony, si è fatta strada nel mondo della musica, diventando una delle figure più influenti del panorama italiano. Ma sarà davvero solo bravura?

Certo è che i numeri parlano per lei. Donà ha portato al successo Marco Mengoni nel 2023, Angelina Mango nel 2024 e Olly nel 2025, senza dimenticare i Måneskin, che vinsero nel 2021 con “Zitti e buoni”; prima di conquistare l’Eurovision e il mercato internazionale (salvo poi cambiare management e sciogliersi poi andando in pezzi dopo pochi mesi). Un curriculum impressionante. O troppo perfetto?

Ma Donà non è solo una manager in gamba: è la nipote di Claudia Mori e Adriano Celentano, un dettaglio che aggiunge un altro tassello alle teorie complottiste che impazzano sui social. Un filo invisibile che la legherebbe ai vertici della musica italiana, permettendole di avere una corsia preferenziale nel gestire i suoi artisti. Ufficialmente è tutto lecito, ma davvero le sue vittorie sono soltanto il risultato di una grande intuizione e di un lavoro impeccabile?

C’è qualcosa che non quadra nel dietro le quinte delle votazioni di Sanremo, o Marta ha semplicemente una marcia in più? è quello che ipotizza proprio Olly: «Credo sia semplicemente molto brava a percepire dove c’è del talento». Non tutti ci credono. Il pubblico, soprattutto online, si divide tra chi la considera un genio del settore e chi la vede come l’architetto occulto del Festival. 

I meme non si sono fatti attendere. Il profilo satirico Osho ha scritto: “Scommettiamo che il prossimo Papa sarà un cardinale di Marta Donà? Guarda eh”;. Spinoza ha ironizzato: “Elly Schlein sta cercando il numero di Marta Donà”. E poi il commento velenoso di un utente: “Ma perché i Jalisse non assumono Marta Donà?”.

Ma il colpo più duro arriva da chi accusa la manager di "spremere” gli artisti per poi abbandonarli. “Ci vediamo quando Olly farà la fine di Angelina Mango, ovvero spremuto come un limone e poi buttato via in favore del prossimo” scrive un utente su Twitter.

A difendere Marta Donà è Selvaggia Lucarelli, che attacca il complottismo: “Uscite dal complottismo riguardo la vittoria di Olly. Non siete generazione Zeta per questo non l’avete visto arrivare. Era favorito dall’inizio, bookmakers compresi”. La domanda resta sospesa nell’aria.

Nessuno può negare che Marta Donà sia una manager capace, ma le probabilità di vincere quattro Sanremo su cinque senza una rete di contatti molto solida sono minime. Il dubbio rimane: è solo bravura o esiste un meccanismo che rende certi trionfi più “facili” di altri?