Una mostra d’arte contemporanea autogestita all’insegna «dell’appagamento di un’urgenza, la riflessione sul circostante, la ricerca di nuovi sguardi e linguaggi diversi con cui analizzare il mondo, la faticosa ma necessaria costruzione di un insieme spesso minacciato dalle specificità».


È da queste premesse che parte l’esordio artistico-sperimentale di un gruppo di ragazze e ragazzi di Lamezia Terme impegnati nella cultura e nel sociale che hanno deciso di proporre alla città nel periodo natalizio una Collettiva di Arte Contemporanea, arricchita da una serie di eventi.  

 

«Sono giovani artiste ed artisti calabresi che partiti da un concetto comune, quello di “Equatore, l’abbraccio più grande del mondo” - decidono autonomamente di impegnare forze e talenti per esprimere lo spazio stesso, puro e autonomo nella sua esistenza, che diventa un modo per capire l’uomo in qualità di abitante di luoghi e paesaggi che lo precedono, lo contengono prima e oltre le categorie che l’umanità si è data per pensarsi, perimetrarsi, rinchiudersi».


Dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al digitale, dalle installazioni site-specific a quelle audio-visive e sonore, varie forme d’arte troveranno spazio dal 21 dicembre al 5 gennaio al Crac (Centro di Ricerca per le Arti Contemporanee).

 

Equatore sarà anche occasione di mettere in luce alcune energie creative di valore della nostra terra, selezionate dal direttore Luigi Giudice. Tra loro anche chi ha una certa risonanza nei circuiti espositivi nazionali ed internazionali come Pasquale De Sensi, pluripremiato artista lametino, che per Equatore espone un lavoro inedito.

 

Altro nome di spicco è quello di Anna Capolupo, vincitrice del premio internazionale Limen Arte e del Combat prize, sezione grafica, nel 2015, che esplora i “non luoghi” delle città, così come i volti umani, attraverso un filtro evocativo che ne sfuma i contorni e le fattezze per esplorarne il contenuto inconscio.

 

Nel corso della mostra Equatore farà anche da contenitore ad una serie di eventi. Si comincia il 21 dicembre, giorno dell’inaugurazione, con il concerto di Boto Cissokho. Cissokho è Griot senegalese, cantante e polistrumentista, suona la Kora, strumento di cultura Mandinga che la sua famiglia tramanda da generazioni.

 

Nei giorni successivi verranno proposte una performance teatrale di Achille Iera, il dj-set dei Meta e aperitivi offerti da un agriturismo del territorio.

 

Ci saranno ancora esperienze sensoriali basate sulla degustazione dell’olio, a cura del consorzio Lametia Dop, e una selezione di cortometraggi proposti da La Guarimba Film Festival. È in programma, inoltre, una cena somala intesa come un’esperienza gastronomica “immersiva”, organizzata all’interno dello spazio espositivo secondo la tradizione del paese del Corno d’Africa.