Il pubblico si chiedeva se il nuovo conduttore avrebbe eguagliato i record precedenti. Ma la partita è più complicata del previsto: gli ascolti tradizionali premiano questa edizione del Festival, ma la total audience racconta una storia diversa
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Sanremo 2025 non è solo una gara di canzoni, ma anche una sfida di ascolti, soprattutto quando si parla del passaggio di testimone tra due giganti della televisione italiana: Carlo Conti e Amadeus. Dopo cinque edizioni di trionfi crescenti, Amadeus ha lasciato il palco dell’Ariston da vincitore indiscusso. E con lui, la soglia delle aspettative è salita alle stelle. Riuscire a fare meglio – o almeno a non sfigurare – pareva quasi impossibile per Conti, considerata la quantità di record infranti dal suo predecessore.
Gli scommettitori, infatti, davano Conti per perdente, convinti che bissare quei numeri fosse un’impresa titanica. Sarebbe stato come chiedere a una squadra di calcio imbattuta di replicare un’intera stagione senza sconfitte. Ma come sono andate davvero le cose?
Rispondere non è così semplice, perché le condizioni del "campo di gioco" sono cambiate. Se nel 2024 gli ascolti venivano misurati esclusivamente attraverso i televisori tradizionali, quest’anno è entrata in scena la cosiddetta total audience. Questa nuova rilevazione, oltre ai dati tradizionali, tiene conto anche delle visualizzazioni sulle piattaforme digitali, come RaiPlay. Non solo: c’è una differenza importante anche nella durata. Il Festival di Amadeus si prolungava fino alle 2 del mattino, mentre quello di Conti è terminato all’1:20.
È come far giocare una squadra di 11 contro una di 10. Insomma, un confronto diretto risulta difficile, ma qualche dato interessante emerge.
Analizzando i dati tradizionali (senza il contributo della total audience), la prima parte della serata inaugurale di Carlo Conti – dalle 21:15 alle 23:26 – è stata seguita da 15,7 milioni di spettatori, pari al 63,61% di share. La seconda parte, dalle 23:30 all’1:20, ha raccolto 8 milioni di spettatori con uno share del 68,67%.
Confrontiamoli con i numeri di Amadeus nel 2024: la prima parte era stata seguita da 15 milioni di spettatori con uno share del 64%, mentre la seconda aveva raggiunto 6,5 milioni con uno share del 67%.
Nel complesso, Conti ha totalizzato una media tradizionale di 12,2 milioni di spettatori, pari al 65%, contro gli 11,7 milioni di Amadeus e uno share sempre del 65%. Ma attenzione: questi dati vanno confrontati sulle fasce sovrapponibili, cioè dalle 21:25 all’1:20. Ed è qui che emerge una sorpresa: Conti supera di poco Amadeus in spettatori (12 milioni contro 11,7) e in share (65,4% contro 65%).
È un risultato che in pochi avrebbero previsto, considerata anche la concorrenza della partita di Champions League della Juventus, che ha sottratto una fetta di pubblico potenziale.
Il picco di ascolto si è registrato alle 1:08, durante l’esibizione di Giorgia, con uno share del 72%. Non male per un orario in cui molti spettatori potrebbero essere già crollati sul divano.
E per chi non riesce proprio ad appassionarsi al Festival? Una consolazione c’è: nonostante la concorrenza spietata, Dimartedì su La7 ha mantenuto il suo zoccolo duro di pubblico, con quasi un milione di spettatori e uno share del 4%. Insomma, c’è vita oltre Sanremo. Ma non c’è dubbio che la partita più importante, quella degli ascolti, sia finita con un sostanziale pareggio… o, se vogliamo essere generosi, con una leggera vittoria di Conti.