L'immancabile nuvoletta dell'impiegato che guasta puntualmente i programmi, il tentativo «sempre sognato» di prendere l'autobus al volo, la resurrezione di zio Lazzaro che compromette la consegna dell'eredità al povero nipote. Chi ama Fantozzi sa di cosa parliamo. E probabilmente, in questo momento, ci sta ridendo sopra. Ma quelle appena citate sono soltanto una minima parte dell'immenso repertorio di scene custodite nella memoria collettiva e tratte dalla saga cinematografica dedicata al perseguitato (dalla sfortuna) ragionier Ugo interpretato dall'attore genovese Paolo Villaggio. 

Recentemente, ai microfoni di LaC OnAir, la radiovisione calabrese disponibile sul canale 17 del digitale terrestre e in dab radio, la regista e scrittrice Elisabetta Villaggio, figlia di Paolo, è intervenuta in diretta per tracciare in compagnia degli speaker in studio un personale ricordo della figura paterna e parlare del libro "Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio" da lei scritto e del documentario "Mostruosamente Villaggio" disponibile su Rai Play per il quale ha collaborato nella sceneggiatura. 

Nel corso della trasmissione "La Banda degli OnAir", è stata la stessa Elisabetta a commentare, a poche ore dalla sua diffusione, la notizia del conferimento a Milena Vukotic, attrice che ha interpretato il ruolo di "Pina" nella saga di Fantozzi in ben sette film, del Premio alla Carriera nell'ambito della 69a edizione dei Premi David di Donatello.

«Un premio meritatissimo - ha affermato la regista -. Milena è una grandissima attrice oltre che una persona veramente speciale, umile. Ha lavorato con i grandi del cinema sempre con grande dedizione e serietà». In merito alla condizione di essere la figlia di Paolo Villaggio, Elisabetta ha svelato: «quando ero piccola non ero tanto contenta perché ero sempre "la figlia di" e mai Elisabetta. Mi seccavano i fotografi che venivano a casa o cose del genere. Poi col passare degli anni sono diventata molto contenta e fiera anche perché mio papà è stata una persona molto intelligente, stimolante, curiosa». 

Un'intervista in cui si è anche parlato del rapporto di Paolo Villaggio con la Calabria, della sua amicizia con Fabrizio De André, del carattere dell'attore genovese. E, in conclusione, uno dei passaggi forse più emozionanti del dialogo con Elisabetta: «La cosa più importante che mi ha insegnato mio padre? La felicità».