Inizia un viaggio straordinario per il 33enne di Calopezzati che percorrerà mezza Europa raccontando tutte le sue tappe sui social
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«Una volta sono finito in carcere per due giorni. Ero nella Repubblica dominicana. Mi fanno chiuso con 28 criminali, non era bella gente te l'assicuro, in una cella di 20 metri quadrati, e tutto per aver scavalcato un cancello per vedere da vicino la residenza estiva del presidente. Appena ho messo piede sul prato, è arrivata la polizia. Però ne è valsa la pena».
Il giro del mondo di Andrea “Willy Fog” Fucile, 33 anni, continua. Qualche pausa nella casa di Calopezzati, in provincia di Cosenza, per tirare il fiato, fare rifornimenti, e poi occhio al mappamondo, a segnare la prossima mappa. Dopo aver percorso in bicicletta la tratta Torino-Instanbul nel 2016, e aver calpestato per mille chilometri l’India, direzione Calcutta, Andrea ha puntato l’ovest Europa e l’Africa e, nel frattempo, scritto tre libri e creato una rete di contatti in tutto il mondo.
A bordo della sua Vespa 50 Special d’antan, ricoperta di adesivi, si è rimesso in viaggio. A separarlo dalla data di ritorno a Calopezzati ci sono 15mila chilometri da consumare tra Italia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Irlanda, Francia, Spagna, Portogallo, Marocco e Algeria. Nello zaino un paio di maglioni, un giubbino pesante, una cerata per i giorni di pioggia, una camera go-pro, un pc, due cellulari e una sacca con i pezzi di ricambio. Basta.
«Non mi serve altro, ho calcolato tutto alla perfezione e ci sono già 60 persone pronte a ospitarmi». La sua missione è mostrare, attraverso i suoi social e il canale Youtube dedicato «quanto è bella la gente, che il mondo non fa paura, anzi, è meraviglioso».
Andrea, ma non hai paura di perderti o che la benzina finisca mentre percorri una landa desolata del Marocco?
«Con 8 euro riesco a fare almeno 200 chilometri, ho il mio bidoncino da due litri per le emergenze, e conosco benissimo tutte le strade. La mia Vespa ha la sua età, certo, ma so quando fermarmi per farla riposare. Quanto alle mappe, ho due cellulari, uno serve esclusivamente da guida. L’Africa, effettivamente, sarà un’incognita. Non so che tipo di strade troverò, ma sarà bello scoprirlo».
Non soffrirai la solitudine?
«Mi piace viaggiare da solo, ma questa volta a metà strada mi raggiungerà un’altra avventuriera, una ragazza romana, Giuseppina Serra, “vespista” come me, mi raggiungerà in Spagna».
E la tua famiglia come vive questa tua passione per l’on the road, credo mangino pane e ansia...
«Loro si preoccupano sempre, anche quando faccio un giro in macchina per la città».
Più viaggiatore o esploratore?
«Mi definisco "un avventuriero non sprovveduto" ma sono nato viaggiatore. Dopo la laurea all’Unical in Scienze della Comunicazione, mi sono trasferito a Torino per lavorare in un giornale locale. Poi ho mollato cominciando a girovagare. In Australia, parlando con altre persone che affrontavano il mondo zaino in spalla, ho capito che viaggiare non è andare al villaggio vacanze, prendere un aereo o un treno, ma entrare visceralmente in altre culture e altri luoghi. E poi è anche più divertente».
Il momento più curioso?
«Ero a Capo Nord, a 300 chilometri dal circolo polare artico, e me ne stavo a cucinare spaghetti aglio e olio nella cucina di due amici che mi avevano fatto assaggiare carne di renna».
Mancava il peperoncino…
«La prossima volta me lo porterò dietro».
Una volta in cui ti sei detto: cosa diavolo faccio qui?
«Ero in bici, in Turchia, mi sono sentito sperso, ero completamente da solo e davanti a me c’era solo il deserto».
E con l’emergenza Covid come la mettiamo?
«Ho fatto la prima dose di vaccino e la seconda probabilmente in Spagna, perché per la data del richiamo calcolo di trovarmi da quelle parti. Il virus non mi fermerà, ho iniziato a pianificare tutto da mesi e l’anno scorso, in piena pandemia, ho fatto una toccata e fuga dalla Francia. Con un po’ di prudenza si può tutto».
Fin dove vuoi arrivare?
«Potrei arrivare sulla Luna, ma al momento quando tornerò mi aspetta un posto in un’agenzia di viaggi pugliese».
Chi meglio di te.
«Sì, ma c’è ancora mezzo mondo da vedere. D’accordo, niente Luna, ma di strada ce n’è ancora tanta».